Intervista a Olivier Dhez, CEO di HRS.
La società francese è impegnata in molti progetti nella mobilità fuel cell in collaborazione con autorità e grandi flotte. Guarda ai taxi, ai mezzi pesanti, treni e ambiti portuali. “I porti possono diventare hub dell’idrogeno”, annuncia Olivier Dhez, CEO di HRS, che intanto partecipa a un progetto europeo per ridurre i tempi di rifornimento dei mezzi pesanti.
Dal 2009 HRS ha già installato 39 stazioni di rifornimento da 100 a 500 kg al giorno attualmente in servizio in tutta Europa e negli Stati Uniti, comprese 37 stazioni in Europa. Può farci un paragone tra la situazione in Europa e quella negli Stati Uniti?
Tra il 2009 e il 2019, HRS ha lavorato come integratore per una società di gas francese, abbiamo costruito 34 stazioni di idrogeno, la maggior parte delle quali sono ora in servizio in Europa e 2 negli Stati Uniti.
In seguito, nel 2020, HRS ha cambiato strategia per offrire soluzioni chiavi in mano, tra cui progettazione, produzione, installazione, messa in servizio e manutenzione di stazioni di rifornimento di idrogeno.
Attualmente sono in servizio 12 stazioni HRS in Francia e Germania e, entro la fine del 2023, installeremo diverse stazioni in altri paesi europei, tra cui Regno Unito, Paesi Bassi, Spagna.
All'inizio del 2000, gli Stati Uniti e la Germania hanno deciso di sviluppare infrastrutture per rendere possibile lo sviluppo della mobilità a idrogeno. Ma oggi l’idrogeno è presente ovunque nel mondo come una delle soluzioni per decarbonizzare la mobilità con molti vantaggi per l’uso pesante e intensivo.
Parlando dell’Italia, quali sono le opportunità e gli ostacoli presenti per il settore?
Quando HRS ha deciso di implementare le attività commerciali in Italia, è stato naturale lavorare con Simplifhy: cercavamo un'azienda, ma anche persone guidate dallo stesso obiettivo, con le quali sviluppare la “mobilità con l'idrogeno”.
L’Italia ha iniziato ad accelerare 2 anni fa con l’annuncio dei finanziamenti nel PNRR (Piano Nazionale Recupero e Resilienza), oggi vediamo alcuni progetti in fase avanzata, principalmente per i mezzi pesanti e i treni. Come in altri settori, quando si avvia una nuova attività può essere lenta perché tutto è nuovo per tutti, clienti, autorità, ...
Dalla sua fondazione nel 2004, Hydrogen Refuelling Solutions (HRS), precedentemente nota come TSM, ha fornito soluzioni di stazioni di rifornimento di idrogeno per ogni tipo di veicolo (flotte, camion, autobus, autovetture, ecc.), soluzioni per il trasporto, per usi industriali, per lo stoccaggio e per la produzione di energia. Quali sono i mercati dove attualmente ci sono le maggiori opportunità e quelli con i maggiori ostacoli?
Ci rivolgiamo infatti ad ogni tipo di mobilità, grazie al doppio erogatore di pressione da 350 e 700 bar. I nostri clienti sono principalmente autorità locali e proprietari di flotte. Penso soprattutto al mercato della logistica, dove la tecnologia del fuel cell è ben sviluppata, stiamo installando stazioni nei magazzini per rifornire grandi flotte di carrelli elevatori, ad esempio per il nostro cliente Plug Power. Abbiamo anche una partnership con Hype che possiede una delle più grandi flotte di taxi FCEV (Fuel Cell Electric Vehicles). Quest’anno abbiamo installato 3 stazioni per questo cliente.
Anche le autorità locali avviano progetti ambiziosi, penso alla Regione Alvernia-Rodano-Alpi con il programma Zero Emission Valley, a cui partecipiamo fornendo stazioni di idrogeno nella rete Hympulsion, e anche in Vandea con il progetto dell’azienda di fornitura di energia elettrica SYDEV.
Alcuni mercati non sono ancora sbloccati a causa della mancanza di disponibilità di veicoli. Penso ad esempio alla mobilità pesante. Mancano i mezzi, ma molti costruttori stanno annunciando il lancio a breve. Noi di HRS partecipiamo anche allo sviluppo di progetti innovativi per il rifornimento. Siamo è uno degli 8 partner del progetto europeo RHeaDHy, dedicato allo sviluppo di sistemi di rifornimento ad altissimo flusso per ottimizzare l’approvvigionamento dei veicoli pesanti e ridurre i tempi di un quinto, ovvero 10 minuti per un serbatoio di H2 da 100 kg a 700 bar.
Quali sono i vantaggi dell'utilizzo dell'idrogeno per il trasporto ferroviario e marittimo? Quali prospettive stima?
L’idrogeno presenta vantaggi strategici nel trasporto ferroviario. La sua autonomia e le difficoltà che l’elettrificazione diretta può comportare per alcuni tipi di percorsi (in zone montuose, ad esempio, con molti tunnel e ponti) rendono il treno a idrogeno un’opzione interessante. In Germania circolano già treni alimentati a idrogeno. Francia e Italia hanno annunciato alcuni progetti per questo tipo di mobilità. L’idrogeno fornisce una soluzione concreta anche per soddisfare le esigenze di mobilità all’interno dei porti dove molti aspetti della mobilità possono essere gestiti con questa alimentazione: il trasporto marittimo, la logistica intra-portuale e quella extra-portuale. I porti possono diventare hub dell’idrogeno. Tutti i tipi di imbarcazioni possono già essere convertiti ad idrogeno: navi mercantili per il trasporto di merci, navi portacontainer, traghetti, flotte da pesca e chiatte fluviali. Alcune imbarcazioni sono già in servizio: il primo catamarano a idrogeno di Energy Observer è entrato in servizio nel 2017, mentre il primo traghetto a idrogeno liquido è stato inaugurato nel 2023 da Norled. Ora guardiamo ai principali operatori italiani che svolgono queste attività in ambito portuale e marittimo.
L’idrogeno e le batterie elettriche sono tecnologie concorrenti o complementari? Perché?
Il veicolo a idrogeno è un veicolo elettrico. I mezzi a batteria (BEV) sono alimentati da stazioni di ricarica collegate alle reti elettriche. I veicoli elettrici a celle a combustibile (FCEV) convertono l’H2 in elettricità a bordo. Noi non diciamo che l’idrogeno sia la soluzione per decarbonizzare la mobilità, è una delle soluzioni. Entrambe le tecnologie sono complementari, dipende dagli usi. Incoraggiamo queste soluzioni che contribuiscono a sviluppare una mobilità carbon-free. L'utilizzo dell'idrogeno per la mobilità aumenta le prestazioni in termini di autonomia (da 500 a 700 km per un veicolo leggero) e riduce i tempi di rifornimento (circa 5 minuti per un veicolo leggero). Il FCEV è quindi ideale per un uso intensivo e continuo. Il BEV può essere adattato a veicoli leggeri per brevi tragitti con possibilità di ricarica senza vincoli di orario.