Metano prodotto dai rifiuti organici grazie ai batteri a Teramo

10 giu 2024
Nuovo biodigestore da 28 milioni, al vaglio l'impatto ambientale

Il progetto del biodigestore di Teramo, finalizzato alla produzione di biometano ed energia da rifiuti organici, si trova ora nella fase cruciale della valutazione ambientale. Situato in contrada Carapollo, l'impianto potrà gestire fino a quasi 40 mila tonnellate di rifiuti all'anno, utilizzando l'azione di digestione batterica. Grazie agli oltre 28 milioni di euro stanziati dal Pnrr, l'impianto dovrebbe essere completato entro il 2026.

Recentemente, con l'avvio del processo regionale di valutazione ambientale, è stato reso pubblico lo studio presentato dalla Te.Am, l'ente del Comune di Teramo responsabile della gestione dei rifiuti e titolare del progetto, riguardante gli impatti sull'aria derivanti dall'operatività dell'impianto.

"L'impatto non raggiungerà entità tali da poter esser considerato pericoloso per la salute umana", si legge nel documento che lancia però un allarme sull'attuale presenza di particolato, mostrando i dati registrati nel 2022 dalle centraline dell'Arta: "Si evidenzia che il valore di fondo per la media massima giornaliera di Pm10 già supera il valore limite di legge". L'aumento dovuto all'entrata a regime dell'impianto risulterà in ogni caso "bassissimo", se non "trascurabile".

Nel valutare l'impatto del biodigestore, lo studio tiene in considerazione condizioni meteo, morfologia del territorio, emissioni provenienti dalle opere in progetto e da impianti limitrofi, ma pure il traffico dei mezzi per il conferimento dei rifiuti. Valutate anche i possibili cattivi odori nell'area: "Gli impatti sui recettori civili nell'intorno risultano trascurabili, ad eccezione di un recettore che è da ritenersi edificio rurale".

Lo studio era cruciale poiché il nuovo impianto sarà situato a poche centinaia di metri di distanza, in linea d'aria, dalle abitazioni e dalle strutture industriali di Villa Pavone, dall'altra parte del fiume Tordino. Secondo quanto affermato dal Comune di Teramo, il biodigestore produrrà biogas "che sarà immesso nella rete o utilizzato per la generazione di energia elettrica e termica attraverso un cogeneratore". Ciò consentirà di ridurre annualmente di 120 tonnellate le emissioni di anidride carbonica prodotte dai camion che trasportano i rifiuti, oltre a favorire la bonifica dell'area dell'ex inceneritore dismesso e a risparmiare 1,4 milioni di euro in costi di gestione dei rifiuti ogni anno.