“La logica consuntiva non sembra in grado di assicurare l’equilibrio economico-finanziario delle gestioni, esposte a forti cambiamenti: vale per l’aumento dei costi dell’energia elettrica, per l’impennata dell’inflazione che impatta sui costi operativi e anche per le oscillazioni dei volumi”, spiega il Ref.
L’aggiornamento tariffario per il periodo 2022-2023 si è concluso non senza ritardi e facendo emergere alcuni limiti della metodologia tariffaria. Serve quindi una revisione della metodologia in vista del quarto periodo regolatorio. E’ quanto sottolinea il Laboratorio Servizi Pubblici Locali del Ref nel suo nuovo position paper “Metodo Tariffario Idrico: proposte per il periodo 2024-2027”.
Secondo il Ref, l’aggiornamento della metodologia tariffaria per il quarto periodo regolatorio sarà chiamato a codificare percorsi per interiorizzare le conseguenze degli shock che hanno colpito il settore idrico nel periodo 2020-2023, primo tra tutti il forte aumento dei costi dell’energia elettrica.
Nel corso del biennio 2022-2023 ARERA ha dovuto introdurre alcune soluzioni di emergenza che, insieme alla misura del credito di imposta adottata dal Governo, hanno consentito di mettere in sicurezza l’equilibrio economico-finanziario delle gestioni idriche. La scelta – ricorda il Ref -è stata quella di superare la logica consuntiva dei costi operativi esogeni, andando ad inserire una componente “previsionale” nel costo di energia elettrica. In aggiunta, il regolatore ha introdotto uno strumento di anticipo finanziario attraverso la Cassa Servizi Energetici e Ambientali. Soluzioni che però, in molti casi, non sono state sufficienti ad evitare ripercussioni sul periodo regolatorio 2024-2027.
L’impatto degli aumenti nei costi dell’energia elettrica nel prossimo periodo regolatorio, nello specifico attraverso la componente dei conguagli, dipenderà dalle modalità di riconoscimento dei costi che il regolatore andrà ad adottare e dal trattamento del credito di imposta.
Un secondo aspetto da tenere in considerazione – continua il Ref - è quello dell’inflazione. Se dal primo metodo ad oggi la dinamica inflattiva non ha generato significative conseguenze sulla tariffa, il forte innalzamento registrato tra il 2022 e i primi mesi del 2023 impone una riflessione sul trattamento dell’inflazione in tariffa.
Infine, conclude il Ref, i frequenti episodi di siccità e alluvione connessi al cambiamento climatico impongono una più chiara individuazione degli interventi di ripristino ambientale ammissibili, interventi sino ad oggi relegati alla sensibilità dei territori e in massima parte trascurati, più per mancata conoscenza che per mancanza di volontà.