“L’aumento dei prezzi dell’energia elettrica del 2021-2022 ha messo dura prova l’equilibrio economico e finanziario delle gestioni idriche. Con l’avvicinarsi del quarto periodo regolatorio 2024-2027 sembra opportuno interrogarsi su come sia possibile mantenere adeguati incentivi all’efficienza di prezzo e al contempo promuovere l’autoproduzione da fonti rinnovabili e l’efficientamento energetico”, emerge dal nuovo position paper di analisi prodotto dal Laboratorio Servizi Pubblici Locali del Ref.
L’Italia, compreso il settore idrico, ha subìto particolarmente l’impatto dell’innalzamento dei costi energetici, dato che il servizio idrico è un grande consumatore di energia elettrica, soprattutto nei segmenti di acquedotti e depurazione. E’ quanto emerge dal nuovo position paper di analisi prodotto dal Laboratorio Servizi Pubblici Locali del Ref, “Costi dell'energia: quali percorsi regolatori per il MTI-4?”.
Nel dettaglio, Ref spiega che nel periodo compreso tra il 2022 e il 2023 si è verificato un notevole incremento dei costi dell’energia elettrica nel settore idrico. Questo aumento ha avuto un impatto significativo sulle tariffe del servizio idrico, poiché il costo dell’energia rappresenta circa il 18% dei costi operativi di gestione, incidendo per il 10% sui ricavi.
Di conseguenza, il costo della bolletta energetica per il servizio idrico è salito notevolmente, raggiungendo la cifra di 1,7 miliardi di euro nel 2022, con un aumento del 77% rispetto all’anno precedente. Inoltre, le previsioni per il 2023 non sono migliori, e indicano una bolletta elettrica di 1,4 miliardi di euro, ancora circa il 40% superiore rispetto al 2021.
L’impatto sulle tariffe idriche è appunto notevole, continua Ref: è previsto un incremento teorico del 14,5% nel 2024 e del 4% nel 2025, dovuto esclusivamente all’aumento dei costi dell’energia elettrica. Questa situazione pone il servizio idrico di fronte a significative sfide, sia nell’affrontare l’aumento dei costi energetici, sia nel mantenere un equilibrio finanziario sostenibile, prendendo in considerazione anche le aspettative di decarbonizzazione e gli obiettivi di efficienza energetica stabiliti a livello europeo.
In vista dell’elaborazione del MTI-4, spiega Ref, sono state avanzate alcune proposte di innovazione volte a migliorare il meccanismo di riconoscimento dei costi dell’energia elettrica nel settore idrico. Per quanto riguarda il prezzo, il Prezzo Unico Nazionale (PUN) dovrebbe diventare il punto di riferimento per l’approvvigionamento da operatori esterni. Inoltre, ARERA dovrebbe permettere l’adozione di strategie di approvvigionamento più sofisticate per i gestori, premiando le utenze in caso di costi di acquisto inferiori rispetto al benchmark di riferimento.
Per quanto riguarda l’efficienza energetica, Ref suggerisce l’introduzione di indicatori di performance energetica nella regolazione tariffaria, che siano più aderenti alla realtà del settore idrico italiano e che prevedano obiettivi realistici. Inoltre, andrebbe rivisto il meccanismo di riconoscimento dei Certificati Bianchi – titoli di efficienza energetica – per favorirne l’utilizzo nel settore idrico.
Gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili potrebbero poi essere inclusi nella Regulatory Asset Base (RAB) del gestore, indipendentemente dalla quantità di energia prodotta destinata all’autoconsumo o alla vendita.
Inoltre, è necessario chiarire il trattamento tariffario per le diverse modalità di finanziamento, come l’investimento con fondi propri, il leasing finanziario e il Partenariato Pubblico Privato (PPP).