Obiettivo, la piena autonomia idrica del territorio entro 3-5 anni.
Un “progetto rivoluzionario e ambizioso” della Regione Campania sulla gestione delle grandi Reti, finalizzato alla piena autonomia idrica del territorio entro 3-5 anni. Notevoli gli investimenti previsti: circa 3 mld di euro, di cui gran parte di fondi regionali. E' quanto ha annunciato Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, a Ecomondo.
Si tratta di un percorso a 360 gradi che passa per varie direttrici: le reti di distribuzione primaria, che dalle sorgenti raggiungono i luoghi del consumo e che attraversano più province del territorio, costituiscono il sistema della grande adduzione, che la Regione Campania ha deciso di considerare come opera d’interesse strategico di valenza regionale. Ha quindi stabilito di costituire una unica società regionale che, chiarisce De Luca, sarà a maggioranza pubblica e avrà la gestione delle grandi Reti idriche.
De Luca ha ribadito che l’uso, la gestione e la proprietà della risorsa idrica e delle grandi reti sono e rimarranno pubblici, come pubblica rimarrà la definizione delle tariffe. La collaborazione con i privati avverrà laddove le loro competenze ed esperienze professionali potranno essere utili: la manutenzione di reti ed impianti, il miglioramento del risparmio energetico, l’ammodernamento dei sistemi di rilevazione dei consumi (contatori), il contrasto alle dispersioni in rete. Altrimenti, spiega il governatore, con le risorse pubbliche “non si potrebbe garantire la manutenzione a meno di non triplicare le bollette dell’acqua”.
La nuova società regionale si occuperà anche della gestione del grande invaso di Campolattaro, i cui lavori per oltre 700 milioni di euro sono stati aggiudicati “bruciando i tempi” proprio in questi giorni. Ciò dovrebbe consentire di recuperare la quota di acqua che attualmente la Campania fornisce, e continuerà a fornire, alla Puglia, circa 6000 litri al giorno. Si supererebbe così il paradosso per cui la Campania da una parte cede acqua a quella che De Luca definisce ''regione sorella", ma dall'altra è deficitaria.
Il piano di autonomia idrica, nelle sue diverse direttrici d’intervento, secondo De Luca doveva trovare spazio e priorità nel PNRR, che invece da questo punto di vista sta diventando un’occasione sprecata perché, sottolinea il governatore, “l’Italia non è un Paese serio” e dunque alla fine non avrà risolto neanche stavolta i suoi problemi strutturali.