Le stime della 63° edizione del report EY Renewable Energy Country Attractiveness Index, che classifica i primi 40 Paesi al mondo per attrattività di investimenti e opportunità di sviluppo nel settore delle energie rinnovabili
E' necessario accelerare sul percorso lungo la transizione energetica in quanto gli investimenti realizzati rimangono al di sotto di quanto necessario per raggiungere l'obiettivo della COP28 di triplicare la capacità di energia rinnovabile entro il 2030. Questo nonostante il picco di investimenti in energia green dell'anno scorso, che ha raggiunto i 1800 miliardi di dollari, inclusi 660 miliardi destinati alle rinnovabili.
E' quanto emerge dalla 63° edizione del report EY Renewable Energy Country Attractiveness Index, che classifica i primi 40 Paesi al mondo per attrattività di investimenti e opportunità di sviluppo nel settore delle energie rinnovabili.
Secondo il report, Stati Uniti, Cina e Germania sono sul podio e seguono Francia, Australia, Regno Unito, India, Danimarca, Canada e Giappone. L'Italia migliora la propria posizione, salendo al 13° posto. Nel Paese, nel primo semestre 2024 sono stati installati 3,7 GW di nuovi impianti rinnovabili, con il fotovoltaico che copre quasi il 90% delle nuove installazioni con 3,3 GW, seguito dall'eolico con circa 360 MW, da bioenergie e idroelettrico che insieme coprono circa 20 MW.
Il confronto tra il primo semestre 2023 e il primo semestre 2024 conferma un importante incremento della nuova potenza installata da fonti rinnovabili che è stata del 41%. Anche l'impegno prefissato sulle comunità energetiche, grazie al decreto sulle CER (Comunità energetiche rinnovabili) che stanzia 5,7 miliardi di euro per la loro istituzione, ha contribuito a rafforzare la diffusione di rinnovabili di piccola taglia e quindi il posizionamento dell'Italia nel ranking. Tuttavia, per raggiungere gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) del 2030, che prevedono circa 130 GW di potenza rinnovabile installata, l'Italia deve accelerare.
Con la previsione di un aumento della domanda di elettricità di 1,7 volte entro il 2050, i sistemi di accumulo di energia tramite batterie (BESS) sono essenziali per gestire l'intermittenza delle energie rinnovabili e per immagazzinare l'energia in eccesso. I BESS acquisiranno un ruolo sempre più strategico anche nel medio-lungo periodo. A questo proposito, secondo le stime di EY la capacità dei BESS crescerà passando da 160 GWh a 1800 GWh entro il 2030 (una crescita di oltre 10 volte). I progressi compiuti dall'Italia nel mercato BESS hanno svolto un ruolo cruciale nella transizione energetico. Infatti, nel ranking appositamente creato per il mercato BESS, il Paese si classifica al 6° posto nell'indice mondiale e sono previste gare di stoccaggio per 71GWh (da 12 GW a 15GW) entro il 2030, da qui l'importanza nell'istituire un quadro regolamentato ottimale per potenziare lo sviluppo italiano di tali sistemi.
L'Italia punta a un significativo sviluppo nell'ambito dei BESS, con l'obiettivo di raggiungere 71 GWh di capacità entro il 2030. Vari i modelli di applicazione, che spaziano da modelli a mercato con i relativi di rischio prezzo e volume, fino a modelli fortemente infrastrutturali e regolati. Soprattutto per questi ultimi si pone la necessità di un quadro normativo robusto: proprio per soddisfare questa necessità si è stato avviato il modello di regolazione MACSE (Mercato a termine degli stoccaggi). Infine, un fattore che diventa fondamentale per tutte le batterie è l'evoluzione e la competizione tecnologica: oltre alle oramai tradizionali batterie al litio, stanno emergendo nuove soluzioni, come le batterie a flusso di vanadio e al sodio-ione, che grazie alle loro performance e costi attesi promettono di trasformare nei prossimi anni il mercato dello storage energetico