La proposta della federazione al Festival dell'Acqua a Firenze.
Da maggio 2023 a maggio 2024 la capacità idrica degli invasi principali del distretto Appennino Meridionale ha subìto una contrazione compresa tra -17% e -45%. In Sicilia, la regione più colpita dalla siccità, il volume di acqua invasato è crollato del 40%. Il tema è al centro del Festival dell’Acqua, organizzato da Utilitalia a Firenze.
In particolare, si legge in una nota della federazione, la siccità che nel 2022 aveva colpito il Nord Italia negli ultimi mesi ha interessato in particolar modo il Sud, territorio nel quale le infrastrutture sono più vulnerabili, la percentuale media di perdite di rete è più alta e la frammentazione gestionale più marcata.
Dal 2012 al 2022, continua la nota, gli investimenti nel settore sono aumentati del 227%, raggiungendo i 4 miliardi annui e i 63 euro per abitante, dato che dovrebbe salire quest’anno fino a 70 euro, ma resta ampio il gap con la media europea, pari a 82 euro annui per abitante e che incrementa fino a 100 euro nei Paesi più virtuosi. Nelle gestioni in economia, che interessano ancora 1.465 Comuni e 7,6 milioni di cittadini (di cui il 93% al Sud), si continuano a investire mediamente appena 11 euro l’anno.
Secondo le stime di Utilitalia, di fronte alle nuove sfide poste dagli effetti dei cambiamenti climatici gli investimenti dovrebbero crescere ancora rispetto ai 4 miliardi annui attuali, per colmare il fabbisogno complessivo di settore stimato in circa 6 miliardi di euro l’anno. Oggi, si legge, gran parte di questo fabbisogno è coperto dalla tariffa, e il PNRR ha dato un impulso su una finestra temporale che termina nel 2026 stimabile in circa 1,1 miliardi di euro l’anno.
“Una volta terminati i fondi del PNRR, sarà necessario un ulteriore sforzo da parte del Governo attraverso uno stanziamento strutturale in manovra di almeno 1 miliardo di euro l’anno per i prossimi 10 anni, perché tutte le opere necessarie alla messa in sicurezza del sistema idrico nazionale non possono essere unicamente a carico delle tariffe", spiega Filippo Brandolini, presidente di Utilitalia.
In questo quadro, Utilitalia si è fatta promotrice di una proposta di riforma del comparto idrico in quattro punti, che punta alla riduzione della frammentazione, all'introduzione di parametri di verifica gestionale, al consolidamento industriale del settore e ad un approccio integrato tra i diversi usi dell'acqua. “Attraverso queste misure siamo convinti di poter raggiungere ‘l’obiettivo 100’, arrivando a un centinaio di gestori industriali di media/grande dimensione rispetto ai circa 1.800 attuali e a un livello di investimenti di 100 euro l’anno per abitante, in linea con le migliori esperienze europee”, continua Brandolini.