Secondo i dati ANBI, in Italia almeno 90 bacini necessitano di un'importante pulizia del fondo ostruito dai sedimi, depositatisi negli anni.
Necessario finanziare il Piano nazionale di interventi infrastrutturali per la sicurezza del settore idrico. Ad evidenziarlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell'ANBI.
L’emergenza idrica, si legge in una nota di ANBI, che sta colpendo 29 comuni della Basilicata a causa dell’esaurimento del bacino del Camastra, dove restano solo 500.000 metri cubi d’acqua di cui 200.000 inutilizzabili perché fangosi, ripropone infatti il tema della manutenzione degli invasi.
Secondo i dati ANBI, in Italia almeno 90 bacini necessitano infatti di un'importante pulizia del fondo ostruito dai sedimi, depositatisi negli anni. La capacità complessiva è di 697.775.190 metri cubi, ma per oltre il 10% è occupato da detriti. Il costo totale stimato per gli interventi, fa sapere ANBI, è di quasi 291 milioni di euro, capaci di garantire però oltre 1400 posti di lavoro.
Altro problema, continua la nota, è la riduzione di riempimento, dovuta all’assenza del collaudo o addirittura il mancato completamento dei bacini: questi ultimi, lungo la Penisola sono 16 che, in piena efficienza, arricchirebbero le riserve idriche del Paese per una capienza di oltre 96 milioni di metri cubi. L'investimento necessario a completare tali invasi, afferma ANBI, è di quasi 452 milioni di euro, in grado di assicurare oltre 2.250 posti di lavoro.
I dati dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche segnalano che in soli 4 giorni, dal 17 al 20 gennaio, l'invaso del Camastra raccolse 9,27 milioni di metri cubi d’acqua, ma oltre 8 milioni e mezzo vennero rilasciati a mare. Una diversa gestione idrica, sostiene ANBI, avrebbe quindi lenito la grave crisi idrica del territorio, sicuramente accentuata dagli insufficienti apporti pluviali.
“Il nuovo quadro climatico prevede fenomeni meteorologici concentrati nel tempo e nello spazio. Per aumentare la resilienza dei territori è necessario, quindi, non solo realizzare nuove infrastrutture idrauliche, ma collegare le reti esistenti, evitando casi come quello lucano Basento-Agri-Camastra attualmente isolato dagli altri schemi idrici della regione", conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.