Sicurezza energetica, ENI: tre protocolli con l'azera SOCAR

10 set 2024
Gli accordi sono in linea con la strategia di decarbonizzazione per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050

Eni e SOCAR, la società energetica statale azera, hanno firmato tre Protocolli di Intesa per la sicurezza energetica, la riduzione delle emissioni di gas serra e la produzione di biocarburanti nell’ambito della visita del presidente della Repubblica dell'Azerbaijan, Ilham Aliyev.

Gli accordi, fa sapere Eni in una nota, confermano le aree di cooperazione con SOCAR in vista della prossima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici COP29, che si terrà in Azerbaijan nel novembre 2024, e sono in linea con la strategia di decarbonizzazione dell'azienda per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.

Nel dettaglio, le due aziende hanno sottoscritto un primo protocollo d’intesa per ampliare la cooperazione nei settori dell’esplorazione e della produzione di idrocarburi, nonché nelle infrastrutture nazionali e internazionali di trasporto del gas allo scopo di rafforzare la sicurezza energetica dell’Europa e dell’Italia in particolare.

Un secondo protocollo d’intesa  prevede la cooperazione delle due società nella riduzione delle emissioni di gas serra e per l’efficientamento energetico nel settore upstream in Azerbaijan, attraverso l’applicazione delle migliori tecnologie disponibili, inclusa la valutazione di soluzioni di cattura e trasporto dell’anidride carbonica da impianti esistenti nei vari settori industriali, lo stoccaggio ed utilizzo in giacimenti in Azerbaijan (CCUS), oltre alla identificazione di opportunità nell’ambito di progetti di sviluppo di energia rinnovabile.

Infine, è stato firmato un protocollo di intesa per esplorare una potenziale cooperazione nell’ambito della filiera di produzione dei biocarburanti: in particolare, saranno valutati progetti di sviluppo in Azerbaijan e nell’area caucasica di colture energetiche su terreni degradati, introduzione di colture di secondo raccolto in rotazione con i cereali e la valorizzazione di residui agro-industriali e di altra natura, come gli oli vegetali esausti (UCO), anche nell’ottica di una possibile conversione di raffinerie tradizionali in bioraffinerie.