Secondo T&E, è necessario ridimensionare la spesa per infrastrutture tradizionali a favore di una maggior spesa per le infrastrutture energetiche come reti elettriche e punti di ricarica.
Per mantenere la competitività dell’industria europea e garantire che le green tech per i trasporti verdi siano prodotte nel continente, saranno necessari 39 miliardi di euro di fondi pubblici l'anno fino al 2030.
È quanto emerge dal nuovo studio di Transport & Environment (T&E), che ha quantificato il fabbisogno di investimenti pubblici e privati necessari per traghettare i settori critici dei trasporti (aereo e marittimo, auto elettriche, autobus e camion, batterie e stazioni di ricarica) verso l’obiettivo delle zero emissioni nette al 2050.
Secondo lo studio, il sostegno pubblico al leasing sociale dei veicoli elettrici (EV), alla produzione di carburanti verdi e di batterie, nonché allo sviluppo di infrastrutture di ricarica, potrebbe attirare 271 miliardi di euro all'anno di investimenti privati, raggiungendo così 310 miliardi di euro/anno di investimenti a sostegno delle tecnologie verdi Made in Europe al 2030. L'investimento totale necessario da oggi al 2040 raggiunge i 7.600 miliardi di euro, 507 miliardi di euro all'anno.
L'87% degli investimenti, si legge, arriverà da investitori privati, incluse case automobilistiche e banche. Tuttavia, per le industrie più capital-intensive e le infrastrutture energetiche ci sarà bisogno del supporto pubblico: T&E stima siano necessari 39 miliardi di euro all'anno fino al 2030 per avviare o consolidare la produzione di green tech, cifra inferiore ai 42 miliardi di euro che attualmente i governi europei destinano ogni anno in sussidi per le auto aziendali a benzina e diesel.
Inoltre, per T&E sarebbe necessaria la creazione del Fondo Europeo per le Batterie per sostenere la produzione europea, attualmente troppo fragile in confronto all’industria cinese. Lo stanziamento di finanziamenti pubblici, sostiene la federazione, permetterebbe di attivare economie di scala nella produzione locale di batterie, di accedere a materie prime critiche e di attuare strategie di de-risking degli investimenti in componenti cruciali, come i catodi.
Analogalmente, si legge, serve aiuto dei governi per dare spinta alla decarbonizzazione di aerei e navi: i carburanti sintetici (e-fuel) sono troppo costosi e ancora nelle fasi iniziali di sviluppo. T&E invita i governi a fornire, tramite garanzie e prestiti, circa un terzo (31%) dei 86 miliardi di euro necessari da qui al 2030.
T&E chiede inoltre di raddoppiare gli attuali investimenti sulle reti per assicurare che possano accogliere la domanda aggiuntiva derivante dai milioni di veicoli elettrici che circoleranno sulle strade europee nei prossimi decenni: dagli attuali 36 miliardi di euro/anno, dovrebbero raggiungere i 67 miliardi di euro all'anno al 2050.
“I governi UE ridefiniscano le priorità di spesa o industrie europee perderanno competitività. Per rendere ecologico il settore più inquinante d'Europa saranno necessari investimenti significativi. Non realizzarli potrebbe costare caro: significherebbe mancare l'obiettivo di zero emissioni nette e far perdere competitività alle industrie europee, come quelle attive nella produzione di automobili e di batterie o nella costruzione di navi e aerei”, ha dichiarato Carlo Tritto, Sustainable Fuels Manager di T&E Italia.