
La ricerca smentisce la principale critica rivolta al settore delle rinnovabili, secondo la quale l'industria green non avvantaggerebbe il nostro Paese ma solo le tecnologie di importazione.
Necessario disegnare una strategia nazionale che superi burocrazia e vincoli e che unisca investimenti, incentivi e strategie di tutela della filiera italiana delle tecnologie e dei componenti per la transizione energetica, che conta 32 miliardi di fatturato e 86 mila addetti.
Sono i dati emersi dallo studio Althesys, presentato alla Fiera di Rimini per KEY - The Energy Transition Expo 2025, che analizza le relazioni tra le politiche di decarbonizzazione e la competitività del sistema industriale europeo e italiano: la ricerca, spiega Althesys in una nota, smentisce dunque la principale critica rivolta al settore delle rinnovabili secondo la quale l’industria green non avvantaggerebbe il nostro Paese ma solo le tecnologie di importazione, con la Cina in testa.
"Lo studio evidenzia le condizioni necessarie per sviluppare una filiera nazionale dell’industria manifatturiera nella transizione energetica robusta e competitiva, in grado di creare un ambiente favorevole all’innovazione e alla crescita. Per rafforzare il percorso verso la decarbonizzazione l’Italia può dunque fare leva su una solida base di competenze tecnologiche e industriali, ma per mantenere e rafforzare la competitività globale è necessario un impegno deciso in ricerca e sviluppo, così come un supporto strategico alle filiere industriali emergenti", spiega Alessandro Marangoni, economista.
Negli anni, continua la nota, l’Italia ha costruito un ecosistema industriale articolato nelle tecnologie e nei componenti per il settore energetico, oggi al centro di una profonda trasformazione spinta dalla transizione ecologica e digitale: le sole imprese specializzate valgono l’1,5% del Pil, e in un quinquennio il fatturato è cresciuto del 70%, gli investimenti del 50% e gli addetti del 16%.
Il comparto rinnovabili, si legge, tra specializzati e multi-business, è costituito da un totale di 526 aziende, di queste il 36% svolge attività manifatturiera tra produzione di componenti e infrastrutture di rete: le aziende che producono componenti solo per le fonti rinnovabili sono 55 e fatturano 2,1 miliardi mentre nel comparto efficienza energetica vi sono complessivamente 327 aziende, di cui 154 che producono componenti.
Sebbene l'Italia, spiega Althesys, non sia leader nella manifattura delle tecnologie di base per la transizione, la sua presenza nelle catene del valore è significativa, con casi di eccellenza in diversi comparti industriali e dei servizi per il sistema energetico: nell’idroelettrico, nonostante alcune difficoltà, crescono le esportazioni di turbine ad alta potenza, e il saldo commerciale complessivo del settore nel 2023 è stato positivo per 37 milioni di euro.
Servono dunque, si legge, delle politiche di sostegno alla manifattura nazionale, con incentivi fiscali per le imprese che investono nella transizione digitale e verde, il rafforzamento dell’Industria 5.0 semplificata nelle procedure di accesso, un maggiore controllo delle materie prime critiche e un sostegno all’innovazione, attraverso maggiori investimenti in ricerca e sviluppo per rendere le tecnologie italiane competitive.