L’Outlook esamina anche il profondo impatto dell’intelligenza artificiale sulla transizione energetica, in particolare su aspetti del sistema quali la trasmissione e la distribuzione di energia.
Il 2024 potrebbe essere l’anno di picco delle emissioni energetiche. È quanto emerge dall’ultimo Energy Transition Outlook di DNV.
Le emissioni, si legge in una nota dell'organizzazione, sono destinate a ridursi di quasi la metà entro il 2050, ma non basta per rispettare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi: l’Outlook prevede infatti che il nostro pianeta si riscalderà di 2,2 °C entro la fine del secolo.
Il superamento del picco di emissioni, continua la nota, si deve in larga parte alla forte diminuzione nei costi dell’energia solare e delle batterie, che sta accelerando l’uscita del carbone dal mix energetico e ostacolando la crescita del petrolio. Grazie infatti a costi più competitivi rispetto al carbone, sostiene DNV, in molte aree del mondo lo scorso anno le installazioni solari hanno visto un incremento dell’80%.
In parallelo, si legge, sono diventate più economiche anche le batterie, i cui costi sono diminuiti del 14%, rendendo più accessibili sia la fornitura continuativa di energia solare, sia i veicoli elettrici. Questi ultimi hanno registrato un incremento del 50% nelle vendite, contribuendo a limitare l’utilizzo di petrolio.
In Cina, dove entrambe queste tendenze sono particolarmente pronunciate, i consumi di benzina hanno già cominciato a diminuire: l’anno scorso, il Paese ha rappresentato il 58% delle installazioni solari nel mondo e il 63% di tutti gli acquisti di veicoli elettrici.
L’Outlook esamina anche il profondo impatto dell’intelligenza artificiale sulla transizione energetica, in particolare su aspetti del sistema quali la trasmissione e la distribuzione di energia. Anche se al momento i dati sono scarsi, DNV non prevede che l’impronta energetica dell’AI alteri la direzione complessiva della transizione: entro il 2050 rappresenterà infatti soltanto il 2% della domanda di elettricità.