Transizione energetica, DNV: "Nel 2024 si supererà il picco delle emissioni"

18 ott 2024
L’Outlook esamina anche il profondo impatto dell’intelligenza artificiale sulla transizione energetica, in particolare su aspetti del sistema quali la trasmissione e la distribuzione di energia.

Il 2024 potrebbe essere l’anno di picco delle emissioni energetiche. È quanto emerge dall’ultimo Energy Transition Outlook di DNV.

Le emissioni, si legge in una nota dell'organizzazione, sono destinate a ridursi di quasi la metà entro il 2050, ma non basta per rispettare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi: l’Outlook prevede infatti che il nostro pianeta si riscalderà di 2,2 °C entro la fine del secolo.

Il superamento del picco di emissioni, continua la nota, si deve in larga parte alla forte diminuzione nei costi dell’energia solare e delle batterie, che sta accelerando l’uscita del carbone dal mix energetico e ostacolando la crescita del petrolio. Grazie infatti a costi più competitivi rispetto al carbone, sostiene DNV, in molte aree del mondo lo scorso anno le installazioni solari hanno visto un incremento dell’80%.

In parallelo, si legge, sono diventate più economiche anche le batterie, i cui costi sono diminuiti del 14%, rendendo più accessibili sia la fornitura continuativa di energia solare, sia i veicoli elettrici. Questi ultimi hanno registrato un incremento del 50% nelle vendite, contribuendo a limitare l’utilizzo di petrolio.

In Cina, dove entrambe queste tendenze sono particolarmente pronunciate, i consumi di benzina hanno già cominciato a diminuire: l’anno scorso, il Paese ha rappresentato il 58% delle installazioni solari nel mondo e il 63% di tutti gli acquisti di veicoli elettrici.

L’Outlook esamina anche il profondo impatto dell’intelligenza artificiale sulla transizione energetica, in particolare su aspetti del sistema quali la trasmissione e la distribuzione di energia. Anche se al momento i dati sono scarsi, DNV non prevede che l’impronta energetica dell’AI alteri la direzione complessiva della transizione: entro il 2050 rappresenterà infatti soltanto il 2% della domanda di elettricità.