
Secondo le proiezioni di Airbus e Boeing, il traffico aereo passeggeri dagli aeroporti dell'UE raddoppierà nel 2050 rispetto al 2019, annullando i vantaggi dei SAF.
I piani di crescita del settore dell'aviazione sono completamente inconciliabili con gli obiettivi climatici dell'Europa e con la portata della crisi climatica. Ad affermarlo è Jo Dardenne, direttore dell'aviazione presso T&E.
Una nuova analisi di T&E mostra infatti che, secondo le proiezioni dei produttori di aeromobili Airbus e Boeing, il traffico aereo passeggeri dagli aeroporti dell'UE raddoppierà nel 2050 rispetto al 2019. Nonostante i miglioramenti nell'efficienza, si legge, gli aerei bruceranno 21,1 Mt di cherosene fossile, un'estrazione annuale di 1,9 miliardi di barili di petrolio greggio pari al 59% in più di carburante.
Nel dettaglio, svela lo studio, gli aerei utilizzeranno sempre più spesso alternative al cherosene fossile chiamate carburanti sostenibili per l'aviazione (SAF), ma a causa della crescita esponenziale, nel 2049 il settore potrebbe bruciare tanto cherosene fossile quanto nel 2023, anche utilizzando il 42% di SAF come richiesto dalla legge dell'UE sui carburanti verdi. Inoltre, sebbene entro il 2050 le compagnie aeree potrebbero utilizzare 24,2 Mt di bio-cherosene, ben 4 litri su 5 di questi potrebbero derivare da materie prime che non sono veramente sostenibili.
Sebbene gli e-fuel siano molto più sostenibili e scalabili dei biocarburanti, avverte T&E, non saranno in grado di tenere il passo con un settore in rapida crescita. La legge SAF dell'UE (chiamata Refuel Aviation), si legge, richiede una miscela di e-fuel al 35% entro il 2050, ma poiché gli e-fuel richiedono molta energia per essere prodotti, il fabbisogno energetico dell'industria aeronautica europea sarebbe superiore alla domanda totale di elettricità della Germania nel 2023 pari a 506 TWh.
T&E sottolinea che, a questo livello di crescita, i vantaggi dei SAF saranno annullati: entro il 2049 le emissioni dell'aviazione europea saranno inferiori solo del 3% rispetto al 2019, e nel 2050 il settore emetterà ancora 79 milioni di tonnellate di CO 2 : a questo ritmo, il settore dell'aviazione europeo esaurirà il suo budget di carbonio entro il 2026.
"In un anno, il settore avrà superato la sua quota di carbonio. Ora sono necessari un cambio di paradigma e una vera leadership climatica per affrontare il problema, altrimenti gli aerei europei divoreranno le risorse di tutti gli altri. La credibilità del settore è in gioco", ha commentato Dardenne.
La Commissione Europea, spiega T&E, ha predisposto un piano per ridurre le proprie emissioni del 90% entro il 2040 rispetto al 1990. Sulla base della valutazione d'impatto della Commissione Europea , T&E rileva una crescita media annua dell'1,4% tra il 2023 e il 2050, il 60% in meno rispetto alle proiezioni di crescita di Airbus e Boeing: anche questa proiezione di crescita inferiore comporterà un aumento delle emissioni del 46% entro il 2040 rispetto al 1990, ben lontano dal raggiungere lo zero netto.
Per ora, la Commissione europea non ha piani concreti per limitare la crescita del settore dell'aviazione nel suo obiettivo del 2040. T&E esorta Bruxelles a presentare proposte per porre fine alla crescita delle infrastrutture aeroportuali in Europa, per mantenere i viaggi aziendali al 50% dei livelli del 2019, per affrontare i voli frequenti e per invertire la sottotassazione del settore.
Senza tali misure, conclude Dardenne, se le previsioni di Airbus e Boeing si materializzassero potrebbero essere emesse, a livello europeo, 960 milioni di tonnellate di CO 2 in più tra il 2023 e il 2050 rispetto alla modellazione della Commissione europea.