Il fabbisogno del settore si attesta sui 6 miliardi annui e attualmente le risorse arrivano a 4,7 miliardi: 4 provenienti da tariffa e 0,7 dal Pnrr, che ha un orizzonte temporale al 2026 Tra le 8 proposte per favorire l’adattamento infrastrutturale delle reti idriche, Utilitalia ne segnala 4 attuabili nel breve periodo (entro i 3 mesi), 2 nel medio (entro i 6 mesi) e 2 nel lungo periodo (oltre i 6 mesi) Gli interventi normativi segnalati dalla Federazione in risposta dalla crisi idrica: si va dall’aggiornamento del DM 185/2003 sul riuso alla modifica dell’art.12 sui dissalatori della legge Salvamare, fino all’affidamento del Servizio Idrico Integrato a gestori industriali in tutto il Paese, come previsto dal Dl “Aiuti bis”
Di fronte alle nuove sfide poste dagli effetti dei cambiamenti climatici, per coprire il fabbisogno annuo di investimenti del settore idrico - stimato in circa 6 miliardi di euro - servono risorse aggiuntive per 1,3 miliardi di euro l’anno fino al 2026. Attualmente, infatti, le risorse si attestano sui 4,7 miliardi di euro annui, 4 dei quali derivanti dagli investimenti da tariffa e 0,7 dal Pnrr, che ha un orizzonte temporale al 2026: dopo quell’anno, se non venissero nel frattempo incrementati gli investimenti da tariffa o altra fonte, le risorse aggiuntive necessarie passerebbero da 1,3 a 2 miliardi di euro l’anno.
Sono le stime di Utilitalia (la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche) che oggi, nel corso del webinar “Siccità, abbiamo un piano?”, ha stimolato il dibattito tra le istituzioni e gli operatori del servizio idrico sulle strategie in risposta agli effetti dei cambiamenti climatici sulla risorsa idrica. Nell’occasione, Utilitalia ha presentato otto proposte concrete per favorire l’adattamento infrastrutturale delle reti idriche, un documento suddiviso in azioni di breve (attuabili entro 3 mesi),
Fonte: www.utilitalia.it