Nel corso dell’audizione di oggi pomeriggio al Senato, presso le commissioni riunite I e VIII, l’OICE – l’Associazione delle società di ingegneria e architettura italiane - in una delegazione composta dal Presidente Gabriele Scicolone, dal Consigliere Giorgio Lupoi e dal Direttore Generale Andrea Mascolini - pur apprezzando diversi punti del provvedimento, ha espresso forti perplessità sull’innalzamento della soglia per gli affidamenti diretti da 40.000 a 150.000 euro.
Per il Presidente Gabriele Scicolone “è una incongruenza avere una stessa soglia per attività che hanno ordini di grandezza economica differenti. Prova ne sia il atto che le soglie UE sono differenziate; è come se si dicesse che nei lavori pubblici si dovrebbe procedere con affidamenti diretti fino a 3,3 milioni di euro. La nostra proposta è che al massimo si possa innalzare la soglia a 60.000 euro".
Per l’OICE il punto fondamentale è però un altro: “l’incarico deve essere affidato comunque ad un soggetto che abbia provati requisiti di capacità tecnico-professionale. Per potere acquisire un incarico da 150.000 euro non basta essere laureati, iscritti all’ordine e in regola coni crediti formativi, bisogna sempre dimostrare la propria pregressa capacità tecnica, al di là dei bollini e delle certificazioni. Quindi occorre sempre chiedere requisiti minimi da soddisfare per acquisire anche incarichi diretti”.
Un altro punto sul quale ha posto l’accento l’Associazione delle società di ingegneria e architettura è stato quello della velocizzazione dei pagamenti: “l’articolo 8, comma 4 del decreto – ha detto in Commissione Gabriele Scicolone - è tarato soltanto sui lavori e questo non va bene; occorre garantire stati di avanzamento delle prestazioni e certificati di pagamento rapidi anche per servizi e forniture, perché se no si determina una discriminazione inaccettabile fra soggetti che operano nello stesso ambito.”
Sugli affidamenti sopra soglia l’OICE nota come vi sia una sovrapposizione della disciplina definita dall’articolo 2, comma 4, con quella dei comma 2 e 3 del medesimo articolo e dall’articolo 9 sui commissari straordinari che produce una illogicità complessiva del sistema delle deroghe individuate dal Decreto: “Praticamente il codice appalti non si applicherà mai e le gare sopra soglia saranno oggetto di una estesa e pericolosa deregulation che, pur comprendendo le esigenze del provvedimento, non ci possiamo permettere visti i rischi segnalati ieri in audizione dal procuratore antimafia”.
Fra le diverse proposte formulate l’OICE propone di ricorrere massicciamente a servizi di supporto ai RUP: “la velocizzazione chiesta dal Governo rappresenta una sfida importante per le amministrazioni, alcune sono pronte, altre no. Noi chiediamo che si dia spazio anche all’affidamento di compiti di assistenza ai RUP, con attività di project management svolte da terzi per le verifiche, le approvazioni e il controllo sulla gestione delle opere.”