Fatturato 2019 a 2,8 miliardi in aumento dell’8,4%, ma nel 2020 stimato in calo del 5,8%; addetti oltre i 19.000, in ulteriore crescita nel 2020; aumenta il mercato interno, con project management e ingegneria pura, in calo l’estero ma prevalentemente nel

13 ott 2020
Sono questi i principali dati emersi dalla Rilevazione OICE/Cer sui risultati 2019 e stime 2020 presentata oggi alla presenza del neo presidente Anac Giuseppe Busia, dell’on.le Chiara Braga e dell’ing. Antonio Scalamandré dell’ANAS e degli operatori del settore collegati in modalità Zoom.

Si tratta di un Report inevitabilmente condizionato dall’apparire della pandemia, un evento che le economie occidentali non sperimentavano dall’Influenza Spagnola di 100 anni fa. Interessanti al riguardo le previsioni macroeconomiche illustrate da Stefano Fantacone del Cer che fermano la riduzione del PIL 2020 in Italia all’8,7%, a fronte dell’11,5% che, ad esempio, l’Ocse assume nel suo ultimo Interim Assessment, grazie anche ad un rimbalzo del terzo trimestre più accentuato che nella media europea.

Venendo ai dati delle società di ingegneria e architettura OICE i consuntivi 2019 confermano gli andamenti positivi già registrati negli anni più recenti, con consistenti incrementi sia dell’occupazione (+5,6%), sia del fatturato (+8,4%): il numero di addetti è infatti salito a 19.065 unità nel 2019 (circa il 3% in più di quanto previsto nell’Indagine dello scorso anno) e viene stimato in aumento ancora nel 2020 a 19.822 unità. In assenza della pandemia, la prosecuzione dei trend di crescita del 2018-19 avrebbe portato a superare abbondantemente le 20mila unità occupate. Per quanto riguarda le tendenze la maggioranza delle imprese non ha utilizzato la CIG e non ha intenzione di ridurre il personale, mentre sul fronte del l’organizzazione del lavoro utilizzando lo smart working sarà utilizzato in modo più diffuso rispetto a quanto accadeva prima della pandemia.

Complessivamente ne emerge una forte capacità di resilienza del settore che ha ben ammortizzato, soprattutto in Italia l’impatto della pandemia anche grazie al fatto che i codici Ateco sono rimasti attivi e la produzione di servizi non si è arrestata, neanche durante il lockdown di marzo-maggio 2020.

Interessante anche il giudizio sulle azioni di Governo: seppur non unanime, è mediamente positivo, anche se sono segnalate molte aree, prima tra tutte la burocrazia, su cui è necessario procedere con ulteriori provvedimenti. Sulle prospettive di sviluppo non traspare una prospettiva particolarmente negativa al punto che, in assenza di nuovi lockdown, il Cer stima che le imprese possano recuperare il livello di attività precedente alla crisi già nel 2021.

Per quanto riguarda il fatturato, il prolungamento del ciclo positivo al 2019 si traduce in un valore complessivo che aumenta fino a 2.860 milioni, dai 2.639 milioni del 2018 (+8,4%). Per il 2020 viene invece indicata una caduta a 2.693 milioni, con una riduzione del 5,8%. In sostanza, si sarebbe quindi ritornati ai livelli produttivi del 2018.  Le oscillazioni sono interamente determinate dalle società di maggiore dimensione la cui produzione è aumenta di 207 milioni nel 2019, ma è attesa scendere di 169 milioni nel 2020. Le società con meno di 50 addetti, invece, evidenziano di contro una minore esposizione all’inversione del ciclo, con una produzione cresciuta del 2,7% nel 2019 e prevista conservarsi sostanzialmente stabile (+0,3%) nel 2020.

Dal punto di vista della tipologia di attività continuo è l’aumento dei servizi di Project Management, la cui quota sul totale è aumentata dal 6,5 al 9,4% nel 2019 ed è attesa crescere ancora al 10,5% nel 2020. Opposta è la tendenza del Turn-key, la cui produzione sarebbe salita al 34,5% del totale nel 2019, ma è indicata in ridimensionamento al 29,4% nel 2020. La quota dei servizi di Ingegneria pura è invece diminuita dal 61,3 al 55,9% nel 2019, ma risalirebbe al 60% nel 2020.

Per quanto riguarda la dinamica dei mercati estero e nazionale, il primo è segnalato, come prevedibile, quello in maggiore sofferenza per la crisi pandemica, dopo una buona performance nel 2019. Peraltro, già nel 2019, come segnalato in termini previsivi anche nell’Indagine dello scorso anno, il mercato italiano si è rivelato il più dinamico, con un incremento di produzione del 18,2% (+2,6% per il mercato estero). La congiuntura corrente si tradurrebbe invece in una flessione dell’11,3% del mercato estero, molto condizionata dai dati del turn key mentre l’ingegneria pure figurerebbe in sostanziale tenuta, solo in parte bilanciata da un ulteriore aumento sul mercato domestico (+2,7%). A sintesi di questi andamenti, la produzione estera è aumentata a 1.709 milioni nel 2019, ma si ridurrebbe a 1.516 milioni quest’anno. Per la produzione realizzata sul mercato interno si sale a 1.151 milioni nel 2019 e ancora a 1.177 milioni nel 2020.

Per Gabriele Scicolone, presidente OICE, “i risultati del 2019 confermano che le azioni OICE condotte a difesa della centralità del progetto e per promuovere l’internazionalizzazione delle nostre impresa hanno dato risultati egregi nel 2019. Per il 2020 era prevedibile attendersi un calo sull’estero ma ci rallegra la dimensione di questa riduzione focalizzata soprattutto sul turn key e meno sull’ingegneria pura che in alcuni casi è in crescita, come lo è nel settore pubblico in Italia. Abbiamo retto, almeno fino ad oggi, anche grazie al fatto che il nostro settore è stato ritenuto “essenziale”. Adesso dobbiamo essere tutti coesi e pronti a rispondere alle richieste che arriveranno anche sul piano del recovery Fund che punterà molto sulle infrastrutture e sulla sostenibilità ambientale, campi di elezione per i nostri associati. Ancora molti sono i nodi da sciogliere ma i risultati ottenuti sono il segno che, a dispetto del raccontato, le cose in questi ultimi anni stavano iniziando a riportare le nostre società a livelli di buona produzione ed occupazione. Ovviamente tutto è e sarà sempre migliorabile ma il timore di un impatto devastante del Covid nel nostro settore sembra al momento fugato

Per il direttore della Ricerca, Stefano Fantacone, del Centro Europa Ricerche, “i dati dell’Indagine sono quest’anno particolarmente positivi nel consuntivo 2019 e per quanto riguarda il 2020 le risposte pervenute sull’impatto della pandemia confermano il trend macroeconomico: già da maggio, a seguito del progressivo allentamento dei provvedimenti di lockdown, tutti i principali indicatori hanno infatti cominciato a registrare robusti rimbalzi, che portano a prefigurare un secondo semestre brillante in termini di congiuntura economica. Il settore dell’ingegneria e architettura organizzata se vogliamo ha risposto molto bene alle difficoltà del momento dimostrando forte dinamicità e grande capacità di resilienza”.