Il controllo della disinfezione dei reflui depurati destinati al riutilizzo

23 mag 2014
Nell'ottica della gestione sostenibile delle risorse idriche il riutilizzo delle acque reflue depurate ha un'importanza sempre più grande. A cura di Lidia Gilardoni CLR Srl

Per poter essere riutilizzate (a scopo irriguo o industriale) le acque reflue depurate devono avere caratteristtiche chimico-fisiche ben definite e non devono contenere organismi patogeni oltre i limiti indicati dalla normativa, che dipendono dal tipo di riuso cui sono destinate. 

Gli agenti patogeni da abbattere sono  virus, batteri, protozoi ed elminti.    L'abbattimento di questi patogeni si ottiene, nelle acque reflue trattate,  per dosaggio di sostanze ossidanti con forte azione disinfettante:   il cloro (come ipoclorito, che è stato fino a pochi anni fa il trattamento  piu' diffuso),  il biossido di cloro, l'ozono e, piu' di recente,  l'acido peracetico.

Per ottenere il livello di disinfezione necessario senza eccedere con i dosaggi (il che sarebbe  antieconomico e potrebbe portare alla formazione di sottoprodotti di reazione indesiderati),  è fondamentale controllare in modo preciso il dosaggio dell'ossidante in uso.  La misura dei disinfettanti in queste particolari condizioni è però critica, perchè la soluzione in analisi può ancora contenere sostanze inquinanti che interferiscono nella misura e sostanze in sospensione che possono depositarsi sugli elettrodi riducendone la sensibilità.

CLR Srl di Rodano propone per questo tipo di impiego la cella 606 per l'analisi selettiva degli ossidanti in grado di garantire elevata sensibilità, precisione, stabilità e basse necessità di manutenzione anche in condizioni  gravose.

Funzionano con principio polarografico ed hanno tre elettrodi: misura, controelettrodo e riferimento.   Scegliendo opportunamente sull'unità elettronica associata  il potenziale imposto agli elettrodi  è possibile rendere la cella selettiva ai diversi ossidanti, minimizzando l’interferenza degli altri ossidanti presenti nel campione. 

Il particolare sistema di autopulizia meccanica rende questa cella adatta a tutte quelle applicazioni in cui le celle tradizionali non potrebbero lavorare per la presenza di sostanze incrostanti o con la tendenza a depositare nei passaggi e sugli elettrodi rendendo la misura inaffidabile in breve tempo.

La cella è totalmente esente da fenomeni spuri perchè gli elettrodi sono di materiale  inerte: disturbi di fondo ad essi legati sono pertanto assenti, anche in condizioni critiche come ad esempio le  misure in acqua di mare, negli scarichi  o le misure a concentrazioni elevate.

L'elettrodo di riferimento è disponibile in due versioni per meglio adattare la cella a qualsiasi condizione operativa.

Per   ulteriori   informazioni:  www.clritalia.com.   

Fonte: www.clritalia.com