L’ACQUA E’ ORO AZZURRO: ANDREBBE TRATTATA COME TRATTIAMO L’ORO. MA SERVONO SUBITO INTRASTRUTTURE SOCIALI E INVESTIMENTI PUBBLICI PER TUTELARE LA FASCE A RISCHIO DI “POVERTA’ AMBIENTALE”

23 mar 2023
“L’acqua fa parte di un circuito molto esteso e circolare dove tutto deve andare per il verso giusto – dice Gabriella Chiellino, ceo di IMQ eAmbiente di Venezia - se qualcosa si inceppa nascono i problemi. Uno dei più importanti aspetti è quello finanziario, così come in tutte le questioni ambientali.”

La siccità mette a rischio le aree di accumulo naturali quali oceani, mari e laghi, e i processi naturali: fisici di evaporazione, condensazione, precipitazione e infiltrazione o i processi ‘umani’ e tecnici che permettono di convogliare l’acqua e trattarla per consumo umano ed industriale, o agricolo, tramite le sue canalizzazioni (Acquedotti, canali di bonifica, ecc.) e i sistemi di depurazione per ridare alla natura un acqua pulita.

“Già il tema climatico – continua Chiellino - sta influendo in maniera tragica ed emergenziale il ciclo idrologico che sta comportando l’innalzamento del livello del mare per lo scioglimento dei ghiacciai con fenomeni estremi che già in Italia si fanno sentire in montagna e sulle coste, dove la salinizzazione delle acque dolci determina conseguenze nefaste per l’agricoltura. A questo si aggiunge la questione impiantistica, che sia in fase di distribuzione dell’acqua, ha grandi perdite idriche - nel 2020, ad esempio, il calcolo della differenza tra volumi immessi in rete e volumi erogati è oltre il 42% - che in fase di depurazione dove ancora la questione del recupero delle acque in altri usi ancora fa paura e non è decollata in Italia come si pensava dopo le chiare Direttive Europe sulle prescrizioni minime per il riutilizzo dell’acqua.”

La raccolta e il trattamento delle acque reflue sono fondamentali per ridurre le pressioni e i rischi per la salute umana e per l’ambiente, in particolare per fiumi, laghi e acque costiere. L’European Environment Agency (EEA) ha pubblicato i country profiles on urban waste water treatment, i dati divisi per i 27 Stati membri dell’Ue, Islanda e Norvegia che dimostrano che la quota di acque reflue urbane raccolte e trattate in linea con gli standard dell’Ue è in aumento in tutta Europa dove circa il 90% delle acque reflue urbane viene raccolto e trattato in conformità con la direttiva Ue sul trattamento delle acque reflue (Urban Waste Water Treatment Directive – UWWTD).
L’EEA sottolinea che «Sulla base dei profili dei Paesi, 4 paesi – Austria, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi – trattano il 100% delle loro acque reflue urbane in conformità con i requisiti della direttiva, mentre altri 10 Paesi hanno raggiunto un tasso di conformità superiore al 90%. All’altra estremità della scala ci sono 5 Paesi – Irlanda, Bulgaria, Romania, Ungheria e Malta – che rispettano gli stessi standard in meno della metà delle loro aree urbane. Poco sopra, confermando i suoi storici problemi, c’è l’Italia con solo il 56% delle acque reflue trattate in conformità con la direttiva Ue che prevede che le acque reflue urbane devono essere trattate adeguatamente.
Per cui c’è da lavorare, ma con che soldi?

In Italia, l’acqua è sottopagata: è stato stimato che il costo medio al metro cubo di acqua per una famiglia di 4 persone per il 2022 è di 1,37€, per una spesa totale di circa 450€ all'anno. Quando In Italia il costo dell'acqua pubblica è tra i più bassi d'Europa, con una tariffa di 2,08 euro/m3, la metà per esempio di quella francese, a 4,08 euro/m3.

Per cui arriva in soccorso il PNRR nella Mission 2 che vale complessivamente 68 Miliardi, con centinaia di milioni per:

A) Inquinamento acqua e perdite: l’eliminazione dell’inquinamento delle acque e del terreno, e la disponibilità di risorse idriche (es. infrastrutture idriche primarie, agrosistema irriguo, fognature e depurazione), aspetti fondamentali per assicurare la salute dei cittadini e, sotto il profilo economico, per attrarre investimenti.
B) Il recupero/riutilizzo: dove possibile, gli impianti di depurazione saranno trasformati in “fabbriche verdi”, per consentire il recupero di energia e fanghi, e il riutilizzo delle acque reflue depurate per scopi irrigui e industriali.

“Messa così – continua Gabriella Chiellino  -  sembra che noi continuiamo a non dare valore all’acqua, mentre, ricordo l’acqua è la maggiore risorsa vitale. Si può digiunare a lungo, ma non si può non bere a lungo. L’impero romano si è retto sugli acquedotti. L’acqua costituisce la quasi totalità della materia vivente: è una risorsa imprescindibile per qualsiasi civiltà. L’acqua è un bene pubblico, ma perché non venga sprecata servono finanziamenti pubblici. E’ inutile girarci attorno. In secondo luogo è necessario avviare una diffusa attività di recupero di quanto viene sprecato e utilizzato impropriamente. Per fare questo, prima di tutto, dobbiamo riconoscerne il valore. Se notiamo tutti noi siamo ossessionati dai costi delle bollette di luce e gas, ma nessuno focalizza la bolletta dell’acqua perché il suo valore non incide.”
“Oggi – conclude Chiellino – l’emergenza idrica potrebbe mettere a rischio intere filiere produttive o creare altre diseguaglianze e povertà. Non si considera mai che ci sono i costi dell’inazione che vanno aumentando: il conto arriva lo stesso soprattutto se non si fa niente o si rinvia. Servono strumenti inediti da mettere in campo perché le connessioni sono sempre più larghe: scarsità d’acqua, siccità, scarsità alimentari, malattie, epidemie. Qualcuno calcola che la dispersione di acqua potrebbe incidere per il 18% del Pil nazionale. Il Libro Bianco che viene presentato oggi, redatto dall’Osservatorio della Community Valore Acqua per l’Italia, di fatto, parla di ‘investimenti limitati’ come causa di bassi tassi di sostituzione delle reti idriche. Si sostituiscono 3,8 metri per chilometri all’anno. A questo ritmo ci servirebbero due secoli e mezzo per la manutenzione completa. E’ chiaro che dobbiamo cominciare a riconsiderare le nostre priorità di vita collettiva e intervenire, prima di tutto, là dove soggetti fragili e territori a rischio subiscono i maggiori danni. L’acqua è oro azzurro e come l’oro dovrebbe essere trattata.”

Fonte: www.adnkronos.com