PIANI DI SICUREZZA DELL’ACQUA: VERSO LA COPERTURA TOTALE DEL SERVIZIO IL PROGETTO DI ACQUE PER UNA RISORSA IDRICA ANCORA PIÙ SICURA

25 gen 2023
Analisi calibrate sulle caratteristiche dell’acqua del territorio. Il punto durante il convegno a Pisa che ha visto la partecipazione di numerosi esperti del settore.

Prima la sperimentazione su uno dei sistemi acquedottistici del territorio. Poi l’estensione del progetto agli altri bacini idrici, anche attraverso un dialogo continuo con gli stakeholder interessati. Adesso, l’obiettivo di raggiungere la totale copertura delle utenze servite nel Basso Valdarno, con il traguardo posto ben prima di quel 2029 stabilito dall’Unione Europea per tutti gli stati membri. È questo l’importante aggiornamento sui Piani di Sicurezza dell’Acqua (Water Safety Plan) da parte di Acque, arrivato nel corso del convegno organizzato ieri dal gestore idrico del Basso Valdarno insieme ai promotori del progetto Symsites a Palazzo Blu, intitolato “Acqua 2030: dai Piani di Sicurezza alle sinergie territoriali”. Sono intervenuti esperti in materia e delegati degli enti italiani e internazionali, tra i quali i rappresentanti di Regione Toscana, Consorzio Lamma, Autorità Idrica Toscana, Autorità di Bacino e Istituto Superiore di Sanità.

 

Durante l’incontro sono state approfondite varie best pratice sperimentate in diversi paesi, volte alla sicurezza dell’acqua e alle simbiosi urbano-industriali nel complesso contesto dei cambiamenti climatici, ai quali è fondamentale rispondere con strategie sostenibili. In questo quadro, Acque ha fatto il punto sui Piani di Sicurezza dell’Acqua, modello introdotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e sposato volontariamente dal gestore già dal 2017. In seguito, il modello è divenuto una prescrizione normativa che tutti i gestori idrici italiani dovranno adottare entro il 2029. Grazie a quella scelta, oggi Acque è arrivata ad estendere efficacemente il modello a quasi il 70% dei sistemi idrici locali e punta ad arrivare al 100% entro il 2027. “Si tratta - sottolinea Giuseppe Sardu, presidente di Acque - di una “mini-rivoluzione” nella filiera di controllo dell’acqua potabile, per garantire, oltre alle già assicurate caratteristiche di puntualità, accuratezza e continuità delle analisi, anche l’assoluta specificità della mappatura e della valutazione di eventuali pericoli calibrata sulle peculiarità della risorsa del territorio”.


“Acque - aggiunge l’amministratore delegato Fabio Trolese - ha introdotto i Piani di Sicurezza dell’Acqua puntando soprattutto sul coinvolgimento degli enti e delle autorità pubbliche di controllo, delle amministrazioni comunali, delle Università e di tutti gli stakeholder, con l’obiettivo di migliorare la valutazione dei potenziali rischi, affinché sia sempre più puntuale, concreta e trasparente rispetto alle esigenze dei territori e delle comunità locali”. Grazie al Water Safety Plan, l’attenzione si concentra infatti sulla prevenzione e sulla gestione dei rischi lungo tutta la filiera idropotabile. Un passo in avanti, rispetto alla prassi delle analisi basate sul rispetto dei parametri attinenti alla sicurezza microbiologica, fisica e chimica della risorsa. I Piani di Sicurezza dell’Acqua permettono di basare la garanzia della qualità della risorsa non più e unicamente su criteri retrospettivi, quanto sulla prevenzione/riduzione

Fonte: www.acque.net