SECONDA MISSIONE PER L’ELICOTTERO CHE CERCA NUOVE FALDE ACQUIFERE NEL BRESCIANO

09 mar 2023
Indagare il sottosuolo da un elicottero: uno studio unico per la vastità dell’area oggetto della ricerca, di cui è in corso la seconda fase. L’emergenza siccità che preoccupa fin d’ora la nostra provincia, e appare ancor più critica in vista dell’estate, si combatte infatti anche cercando di individuare nuove falde acquifere, grazie alla tecnologia e a studi innovativi. Questo l’obiettivo che ha visto già nel 2021 l’Ufficio d’Ambito di Brescia firmare una convenzione con i gestori A2A Ciclo Idrico e Acque Bresciane, per collaborare a un progetto che porterà a conoscere il sottosuolo bresciano, dal punto di vista geologico, come mai prima.

Rinnovata nel luglio 2022, la convenzione vede in questi giorni l’attuazione della seconda indagine aerea, che interesserà l’intera pianura bresciana, la Franciacorta e la Valle Sabbia. La prima indagine aveva riguardato la macroarea della Valle del Chiese e della Valtenesi, sempre con gli stessi attori. 

L’idea di partire dal cielo per sondare le profondità nasce dal progetto di ricerca «Sviluppo di un modello idrologico per la valutazione dei flussi e deflussi modificati in risposta a scenari di cambiamento climatico». Grazie alla tecnologia messa a punto da un’azienda danese (Skytem), un elicottero trasporta una struttura di 20 metri x 30, una sorta di “antenna” che invia un segnale in grado di arrivare a 350 metri sottoterra e di ricevere il segnale corrispondente. 

Il segnale consiste in un campo elettromagnetico (senza alcun rischio per la salute umana e per la fauna) la cui variazione nel tempo produce nel sottosuolo delle correnti elettriche a cui è associato un campo magnetico secondario che viene rilevato dallo strumento durante il volo. In sostanza è come se venissero realizzati sondaggi elettromagnetici a terra, con un passo di 20-25 metri. Ogni giorno l’elicottero percorre in media circa 150 km. Alla fine di questa seconda missione, saranno acquisiti dati su oltre 15.750 km lineari, per una superficie di quasi 1.800 km2 che comprende pianura e aree montane. Per ottenere dei dati non condizionati da strutture artificiali, l’elicottero non volerà sui centri abitati. 

Già la prima indagine nel 2021 aveva permesso di acquisire un prezioso patrimonio di dati, ora si punta a mappare l’intera pianura, ottenendo un lavoro senza precedenti in Italia per la mole di dati acquisiti. Sarà un gruppo di esperti, nominati per l’occasione, a interpretare e processare le informazioni, per fornire un modello idrogeologico del sottosuolo bresciano. Fra gli obiettivi spicca quello di individuare falde o bacini sotterranei non ancora utilizzati per scopi idropotabili. Possibili risorse idriche tanto più preziose quanto più sta diventando tangibile l’effetto dei cambiamenti climatici anche nei nostri territori. Un secondo risvolto positivo è quello di simulare il comportamento idrodinamico delle falde nelle diverse zone del territorio.

La missione è iniziata a marzo e durerà circa tre mesi, cominciando dalla Bassa Bresciana e spostandosi via via sui territori a ridosso del raccordo con le Prealpi e dei laghi, fino alle aree montane più settentrionali. Da affrontare anche una sfida logistica, visto che a differenza del 2021 l’area d’indagine più vasta richiederà 5 campi base, uno per ciascuna delle aree interessate: Franciacorta, pianura occidentale, sudoccidentale e orientale e infine la Val Sabbia, che svolgerà il ruolo di progetto pilota per le aree montuose. Il gruppo di lavoro, con un percorso da ovest a est, verrà ospitato sui terreni messi a disposizione da privati e da enti locali, ma anche dai campi volo già presenti sul territorio. 

Una volta ultimato lo studio, verranno concertate con gli enti competenti eventuali azioni a tutela del suolo e delle risorse idriche. Le informazioni verranno anche messe a disposizione della collettività. Il focus principale del lavoro, infatti, è sviluppare una base dati di informazioni digitali utili a salvaguardare acque sotterranee e sorgive. E questo può avvenire solo fornendo ai professionisti e agli enti coinvolti elementi per efficientare il sistema idraulico e garantire nuove risorse idriche alle generazioni future.  

Informazioni più dettagliate sui risultati ottenuti saranno comunicati nel proseguo del lavoro.  

 

Fonte: www.acquebresciane.it