Si tratta di un inaccettabile e illogico vulnus alla concorrenza, con un ritorno all’intuitus personae pre 1994
E’ assai critica la presa di posizione dell’Associazione delle società di ingegneria e architettura rispetto alla scelta del decreto semplificazioni, nella versione entrata in Consiglio dei Ministri, di prevedere per tutti i contratti pubblici, ivi compresi quelli di progettazione e di architettura, l’affidamento diretto, senza gara, fino a 150.000 euro e al di sopra di tale soglia il ricorso al prezzo più basso fino alla soglia europea. Per il Presidente OICE, Gabriele Scicolone, “di fatto, per gli affidamenti di progettazione, direzione lavori e altri servizi tecnici è un ritorno all'intuitus personae di prima della legge Merloni del ‘94, con un'abdicazione pressoché totale rispetto alle conquiste di concorrenza, legalità e trasparenza degli ultimi 26 anni. Dispiace ancor più perché il provvedimento contiene moltissime disposizioni di particolare interesse, fra cui quelle sulle riduzione dei termini e il contingentano i tempi di aggiudicazione, un tema sul quale da anni chiedevamo un intervento che finalmente è giunto.
Particolarmente negativo è anche il giudizio sul ricorso al prezzo più basso per gli affidamenti da 150.000 a 214.000 euro: "Qui si passa proprio il segno è assurdo pensare che servizi tecnico-professionali possano essere equiparati ad una fornitura di cancellini; che non ci si venga poi a parlare di qualità e centralità del progetto e di equo compenso!".
Sugli affidamenti diretti per l’OICE si tratta di una scelta del Governo che non aggiunge alcuna semplificazione dato che il mercato delle progettazioni negli ultimi due anni aveva registrato una grande ripresa utilizzando le procedure ordinarie: “Si è fatta, pericolosamente, di tutta l’erba un fascio, senza considerare gli effetti collaterali che si ingenereranno. Se, infatti, per quanto attiene i lavori, la misura ha una sua “ratio” ed è condivisibile, per le progettazioni è negletta. Progettare per 150.000 euro significa affidare progetti importanti, che possono significare opere di un certo valore, anche di 5-6 milioni di euro. Non si può farlo senza gare! Si finirà per premiare i più furbi e i più legati al territorio, a logiche e comportamenti che non avremmo più voluto vedere, a detrimento di chi ha investito in innovazione e ricerca, aprendosi al confronto concorrenziale per fare prevalere qualità ed efficienza. Anche l’ANAC ha parlato di eccesso di deregulation.
Sulla base dei dati dell’Osservatorio OICE risulta infatti che il 72,% del totale del numero delle gare (per circa 200 milioni di importo) spariranno dal mercato e non saranno più affidati in concorrenza con un effetto di trascinamento anche per le gare UE che verranno frazionate: Il Premier – afferma Scicolone - in conferenza stampa ha detto che è stata fatta un’analisi dell’impatto del provvedimento, ci permettiamo soltanto di fare presente che per il nostro settore l’impatto è devastante".
Per l’OICE in particolare è illogico e incongruo stabilire una soglia unica di 150.000 per lavori, forniture e servizi quando per i lavori la soglia UE è a 5,2 milioni e per servizi e forniture è a 214.000: “chiediamo di differenziare la disciplina dei lavori rispetto a quella dei servizi, quanto meno tecnico-professionali, prevedendo per l'affidamento di servizi di ingegneria e architettura la stessa soglia di oggi (40.000) e stabilire che fino alla soglia UE si utilizzino le procedure negoziate con termini ridotti e almeno 10, se non 15, invitati e chiedendo sempre requisiti tecnici su esperienze pregresse per garantire la qualità e l'affidabilità della scelta. Le nostre società si sono sviluppate e cresciute; passi indietro sul fronte della qualità, della concorrenza e della trasparenza avrebbero ripercussioni gravissime senza valore aggiunto, e sarebbe un vero peccato”.