Speciale Ecomondo: Hera Luce presenta Loome “il lampione infinito”

08 nov 2022
Hera Luce è la società di illuminazione pubblica del Gruppo Hera che pone al centro della sua proposta innovazione e sostenibilità. Grazie ad impianti di illuminazione smart ed ecosostenibili, vuole rispondere alle sfide lanciate dall’Agenda ONU 2030 e portare ai territori serviti un valore condiviso che deriva dalla concreta applicazione dei principi dell’economia circolare. Ne parliamo con Matteo Seraceni, responsabile dell’ingegneria e dell’innovazione di Hera Luce, che ci presenta il nuovo progetto “Loome” in occasione dell'evento Ecomondo, The green technology expo 2022.

Ecomondo è l'evento di riferimento in Europa per la transizione ecologica e i nuovi modelli di economia circolare e rigenerativa. Una fiera internazionale con un format innovativo che unisce tutti i settori dell’economia circolare e dell’energia (keyenergy): dal recupero di materia ed energia allo sviluppo sostenibile. Come si colloca, in questo contesto, la partecipazione di Hera Luce? 

I nativi americani Ojibway ci hanno lasciato la nozione di “totem”, inteso come animale spirituale che guida le nostre azioni. L’animale guida di Hera Luce è sicuramente il salmone. Hera Luce fin dal primo momento ha deciso di caratterizzarsi per l’elevato know how interno e la partecipazione a tavoli governativi e non, per lo sviluppo sostenibile, mentre il resto del mercato continua ancora oggi a giocare al massimo ribasso e ad esternalizzare i servizi. E, in tempi non sospetti, abbiamo deciso di improntare la nostra proposta sui temi della sostenibilità e dell’economia circolare, facendo sponda sull’expertise del gruppo in materia. Se nel 2013, quando siamo partiti con questa idea, erano tanti i sopraccigli alzati, oggi noi siamo quasi al punto opposto, in cui occorre distinguere le azioni concrete dal green washing. Per noi innovazione, energia e sostenibilità devono andare di pari passo perché da una parte la transizione verso l’economia circolare necessita di utility in grado di pensare a modi innovativi di proporre servizi (ancora oggi molto legati all’economia lineare take-make-waste). Dall’altra l’innovazione oggi deve essere misurata in termini di sostenibilità e impatti ambientali (ad esempio attraverso la tassonomia o gli indici SDG dell’agenda ONU 2030). 

Hera Luce ha presentato ad Ecomondo il progetto “Loome”, il lampione “infinito”, nato tenendo conto dei criteri di economia circolare. “Loome” nasce dalla plastica riciclata e viene trasformata in un polimero lavorato con procedimenti a basso impatto ambientale. Ci può spiegare come sia nato questo progetto e perché è stato importante portarlo proprio qui? 

Oggi abbiamo un dovere importante ed è quello di dimostrare che la ricerca scientifica e tecnologica che portiamo avanti da anni può avere ricadute concrete per la trasformazione della nostra economia da lineare a circolare. E da qui innescare un ciclo virtuoso in cui i prodotti green, con costi inizialmente maggiori e quindi poco competitivi, possono entrare nel mercato e quindi raggiungere prezzi concorrenziali grazie a volumi maggiori di produzione. Pensiamo all’ambito dell’illuminazione. Quando Hera Luce interviene riprogettando gli impianti di illuminazione, lo fa modellando l’illuminazione a livello sartoriale, sulla base delle specificità del territorio. Questo ci consente di conseguire ottimi risparmi e un’elevata qualità delle realizzazioni. Però, per farlo, materialmente togliamo vecchi apparecchi e ne installiamo di nuovi. Questo significa che anche il miglior progetto, indipendentemente dal risultato, immette nuovi materiali e genera rifiuti. Siamo ancorati ad un’economia lineare. E questo è un problema che accomuna tutte le nuove tecnologie. Pensiamo all’auto elettrica: è vero, non consuma più combustibili fossili, ma è di plastica, di metallo e quando la compriamo rottamiamo la vecchia macchina, buttiamo della materia ed utilizziamo altra materia per creare una nuova auto. Loome risponde a questa domanda: è possibile pensare ad un apparecchio di illuminazione che, oltre ad una buona luce e al risparmio, possa diventare circolare, anziché utilizzare nuova materia? Lo presentiamo ad Ecomondo perché esemplifica proprio questi due aspetti: risparmio energetico ed economia circolare. 

Loome può essere utilizzato anche prevedendo al suo interno installazioni di dispositivi per comunicare dati o informazioni in tempo reale, seguendo l'idea di una città sempre più intelligente e a misura di cittadino. Quanto è importante nei progetti di Hera Luce l'impegno per lo sviluppo di città intelligenti? 

Per noi l’illuminazione dovrebbe essere parte di un ecosistema più vasto di oggetti che dialogano fra loro. Infatti solo attraverso sistemi aperti di scambio dati fra i vari servizi è possibile moltiplicare l’efficacia dei sistemi IoT e quindi dare al cittadino la possibilità di influire su ciò che succede, creando sistemi predittivi intelligenti che dialogano attraverso segnalazioni reciproche. L’utilizzo di un corpo in plastica per Loome rende di fatto l’oggetto “trasparente” alle onde elettromagnetiche e quindi può ospitare al proprio interno sensori di vario tipo ed antenne di comunicazione, che rimangono protette ed invisibili, con benefici estetici evidenti. In un futuro connesso, possiamo ad esempio pensare di utilizzare i sensori di traffico presenti sul territorio o i dati generati dai nostri cellulari, per determinare se in un’area della città c’è presenza o meno di persone o di auto e quindi adeguare il livello di illuminazione di conseguenza. Oggi si parla di spegnere gli impianti: con una tecnologia di questo tipo non ne avremmo bisogno, perché sarebbe in grado di determinare in automatico quando la luce non è necessaria. 

Ci sono altri progetti “green” e sostenibili di Hera Luce nel cassetto, in corso di progettazione e studio? 

Ad inizio anno, Hera Luce ha ottenuto la certificazione del proprio tool per il bilancio materico da Bureau Veritas: questo significa che siamo in possesso di uno strumento scientifico in grado di misurare quanta materia viene rimessa in circolo in un prodotto o in un servizio come quello relativo all’illuminazione pubblica. Il tool per il bilancio materico ci ha fatto capire che ci sono ampi margini di miglioramento per realizzare un impianto di illuminazione 100% circolare e stiamo sviluppando con i nostri fornitori soluzioni che ci consentano di farlo. Come detto in precedenza, ci stiamo muovendo su due assi. Il primo è quello dell’innovazione e dell’IoT: solo portando sensibilità/intelligenza all’interno dei nostri territori possiamo sbloccare il potenziale della transizione energetica e dell’economia circolare. Quindi stiamo sviluppando progetti di Circular Smart Land, ovvero di territori resilienti, rigenerativi, inclusivi, che interpretano il proprio ruolo sulla base degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’agenda ONU 2030 grazie all’utilizzo delle moderne tecnologie. Il secondo è quello di chiudere il cerchio: oggi abbiamo iniziato con l’apparecchio illuminante (forse la parte più visibile del nostro lavoro); domani ci piacerebbe avere anche dei sostegni, dei cavidotti, dei quadri di alimentazione circolari per far sì che i nostri impianti non sprechino più materia e risultino completamente circolari.

 Chiara Proietti - Redazione watergas.it