Speciale Ecomondo: Intervista con Andrea Ramonda, Ad di Herambiente

09 nov 2022
I passi della multiutility verso un nuovo modello di transizione sostenibile

Il Gruppo Hera è una delle maggiori multiutility italiane ed opera nei settori ambiente, energia e idrico. Hera mette al centro i principi dello sviluppo sostenibile e della tutela del Pianeta. Crescita industriale e sviluppo sostenibile camminano, quindi, a braccetto, alimentandosi a vicenda. In piena sintonia con Bruxelles e le principali politiche internazionali, la multiutility prosegue con passo deciso per il raggiungimento di una “transizione giusta”. Un modello che mette al centro le persone e pensato per accompagnare i territori serviti verso un futuro più sostenibile dal punto di vista ambientale, ma anche realizzabile concretamente dal punto di vista economico e sociale. Ne parliamo con Andrea Ramonda, Amministratore Delegato di Herambiente.

Lavorare sull’energia per la multiutility significa anzitutto perseguire la neutralità di carbonio. Le azioni intraprese dal Gruppo vanno nella direzione della transizione energetica e promozione dell’efficienza energetica. In ambito di transizione energetica ed energie rinnovabili il Gruppo Hera prosegue nell’impegno per la produzione di fonti di energia sempre più sostenibili. Un fiore all’occhiello è rappresentato dall’impianto di S. Agata Bolognese che produce annualmente circa 8 milioni di metri cubi di biometano dalla trasformazione dei rifiuti organici derivanti dalla raccolta differenziata dei cittadini. Ci vuole parlare di questo modello virtuoso? Quali sono le partnership messe in campo dal Gruppo, considerando che l'obiettivo è quello di aumentare la produzione di biometano?

Il Gruppo Hera è da sempre in prima linea per promuovere sostenibilità ambientale ed economia circolare: tutti i nostri progetti vanno in questa direzione, favorendo al tempo stesso l’innovazione e la crescita dell’azienda e dei territori in cui operiamo. Quello a Sant’Agata Bolognese è il primo impianto in Italia realizzato da una multiutility per la produzione di biometano dalla frazione organica dei rifiuti su scala industriale ed è stato concepito e costruito partendo dalle più avanzate esperienze di questo settore a livello internazionale, grazie a un investimento di 37 milioni di euro. Si tratta di un perfetto esempio di economia circolare, nel quale i rifiuti organici differenziati nelle case tornano al servizio della comunità sotto forma di gas rinnovabile al 100% che, immesso in rete, alimenta il trasporto cittadino a metano, aiutando quindi un settore sempre più esposto al tema delle emissioni di anidride carbonica. Tra l’altro l’intero processo è completamente tracciato e certificato per garantire la massima trasparenza. Proseguendo lungo questa direttrice, attraverso la NewCo Biorg, nata dalla partnership con il Gruppo Cremonini, sarà ristrutturato, con un investimento di circa 28 milioni di euro, un impianto nel modenese, a Spilamberto, per produrre biometano e compost da rifiuti organici e reflui agroalimentari. La produzione attesa, a regime, è di 3,7 milioni di metri cubi di biometano all’anno, che verranno immessi nella rete gas e restituiti al territorio per l’utilizzo in autotrazione. I benefici ambientali che ne deriveranno sono importanti: ogni anno verrà risparmiato l’uso di combustibile fossile per circa 3.000 tonnellate di petrolio equivalente e saranno evitate emissioni di CO2 in atmosfera per circa 7.000 tonnellate. Nelle Marche invece portiamo avanti la costruzione di un biodigestore anaerobico da rifiuti organici, con ricadute positive in un bacino oggi sprovvisto di strutture di questo tipo.

Parliamo ora di Aliplast, al centro del modello di sviluppo sostenibile del Gruppo Hera, e degli impegni al 2030. Aliplast è già un attore chiave di quel modello di sviluppo sostenibile che il Gruppo Hera è andato perfezionando nel corso degli anni e nell’ambito del quale la multiutility persegue oggi 11 dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile indicati dalle Nazioni Unite. Non solo: grazie ad Aliplast, il Gruppo Hera è fra le 250 aziende di tutto il mondo, unica utility italiana, ad aver sottoscritto il New Plastics Economy Global Commitment, programma per la riduzione dell’inquinamento da fonti plastiche della Fondazione Ellen MacArthur, uno dei più importanti e prestigiosi network mondiali sull’economia circolare. Con circa 100 mila tonnellate di polimeri riciclati prodotti ogni anno, Aliplast continua ad ampliare la gamma delle plastiche trattate e realizzerà a Modena un nuovo impianto tecnologicamente avanzato per il riciclo delle cosiddette “plastiche rigide”. Ci vuole parlare di alcuni di questi dati?

Aliplast rappresenta un’eccellenza in Italia e all’estero ed è in grado di rispondere alle esigenze di settori dagli standard particolarmente elevati, come l’alimentare e la cosmetica, mettendo a loro disposizione polimeri di varia natura (principalmente PET e PE) dalle caratteristiche fisico - chimiche assolutamente comparabili - per qualità estetica, sicurezza e prestazioni - a quelle dei corrispondenti materiali “vergini”. La società è ora al centro di un progetto di frontiera che, attraverso la collaborazione con NextChem - società del Gruppo Maire Tecnimont dedicata allo sviluppo di progetti e tecnologie per la transizione energetica - porterà alla realizzazione di un impianto per il riciclo delle cosiddette “plastiche rigide”, fondamentali per settori dagli alti standard qualitativi che vanno dall’elettronica di consumo all’automotive, che sorgerà a Modena. Ogni anno, l’impianto sarà in grado di produrre fino a 30 mila tonnellate di polimeri riciclati di alta qualità a partire da rifiuti plastici “rigidi”, tra i più difficili da riciclare con efficacia. Per riuscirci, Aliplast svilupperà il cosiddetto “upcycling”, cioè un riciclo che eleva la qualità del polimero di partenza, raggiungendo così purezza, qualità e prestazioni chimico-fisiche di livello elevato. In questo modo, le plastiche in uscita dall’impianto - benché riciclate - potranno fare fronte anche a quelle esigenze che fino ad oggi trovavano risposta quasi esclusivamente nei polimeri vergini. Un primo passo, dunque, per consentire anche a settori dai significativi impatti ambientali di incrementare la propria sostenibilità.

Il know how di cui disponete come lo mettete a disposizione delle aziende? La vostra esperienza può essere una risorsa anche per altri?

Sì, è sicuramente così e per questo abbiamo pensato a Hera Business Solution, una proposta chiavi in mano in cui il Gruppo, che opera su svariati fronti, mette a disposizione delle aziende proprio la sua esperienza e competenza a 360 gradi: acqua, energia, efficienza energetica, rifiuti, ICT e Facility. Il tutto nell’ottica dell’economia circolare e della sostenibilità. Il contributo integrato delle varie società specializzate del nostro Gruppo ci consente di offrire alle aziende un interlocutore unico, per indirizzarle verso obiettivi di sostenibilità sempre più sfidanti. Un esempio è il protocollo che abbiamo sottoscritto con Fruttagel, costruendo per l’azienda una proposta ad hoc, grazie alla quale nello stabilimento di Alfonsine (Ra) è stato recuperato il 100% dei rifiuti non pericolosi prodotti nel ciclo di produzione e oltre il 20% delle acque in uscita dal depuratore. Per quanto riguarda l’efficienza energetica, è diminuita del 40% l’energia consumata per il trattamento dei reflui del depuratore, evitando così l’emissione di 307 tonnellate di CO2 in un anno.

La partnership presentata proprio a Ecomondo nel settore delle bonifiche rappresenta un ulteriore step in questo senso, per fornire ai vostri clienti soluzioni in tutti gli ambiti?

Vogliamo dare risposte efficaci alle necessità del territorio e all’intero comparto produttivo, dando la possibilità di usufruire di infrastrutture in grado di trattare ogni tipologia di rifiuti e di competenze qualificate. Sicuramente l’acquisizione attraverso la controllata Herambiente Servizi Industriali del 60% della società A.C.R. di Reggiani Albertino S.p.A., una delle maggiori realtà italiane nel settore delle bonifiche, nel trattamento di rifiuti industriali, nel decommissioning di impianti industriali e nei lavori civili legati all’oil&gas, va in questa direzione. Si tratta di un’operazione senza precedenti che dà vita al primo operatore nazionale nelle attività di bonifica e global service, con una presenza capillare in tutta la penisola italiana. Rafforziamo così ulteriormente il primato nazionale del Gruppo nel settore ambiente, grazie a un centinaio di impianti di proprietà certificati e all’avanguardia. Ora possiamo contare anche sull'elevata capacità operativa, il time to market nei servizi e l’importante parco macchine e attrezzature di ACR, già attiva in oltre 100 siti di bonifica con più di 450 dipendenti e, tra i propri clienti, i maggiori player nel settore oil&gas. Attraverso la controllata HASI, il Gruppo Hera conta oggi 18 siti polifunzionali dedicati al trattamento dei rifiuti prodotti dalle aziende e tratta ogni anno 1,3 milioni di tonnellate di rifiuti industriali. L’integrazione delle nuove piattaforme ACR con l’attuale dotazione impiantistica di HASI, inoltre, aumenterà la capillarità delle soluzioni di prossimità nei territori storicamente serviti, migliorando efficienza e qualità dei servizi alle imprese, anche grazie alle sinergie con Herambiente. La nuova partnership, pertanto, è in linea con l’orientamento strategico del Gruppo che con le sue attività mira sempre a garantire ritorni positivi e benefici economici per i propri clienti ma anche per le realtà locali.

Chiara Proietti - Redazione watergas.it