Articolo a cura di Mario Paterlini, Presidente del Gruppo Idrogeno Vettore Energetico di Assogastecnici
Gli eventi metereologici sempre più estremi degli ultimi anni hanno reso inequivocabile l’impatto dei cambiamenti climatici e per raggiungere gli obbiettivi di neutralità climatica fissati a livello comunitario, il contributo dell’idrogeno come vettore energetico è e sarà un tassello fondamentale.
Troppo spesso, però, l’idrogeno viene trattato come qualcosa di futuribile, una specie di tecnologia sperimentale di cui si vedranno i frutti tra qualche decennio. Non è così, ma fino ad oggi le tecnologie dell’idrogeno sono state più o meno sconosciute all’opinione pubblica, ai media e a molti opinion leader.
Le parole chiave per il definitivo sviluppo di questo vettore devono essere gradualità e domanda.
Gradualità intesa come neutralità tecnologica. La transizione dall’idrogeno grigio, ossia quello prodotto da combustibili fossili, a quello verde, prodotto tramite elettrolisi a partire dall’acqua e utilizzando energia da fonti rinnovabili non potrà essere immediata. L’idrogeno low carbon, ossia idrogeno grigio a cui viene applicata la CCS (la cattura della CO2), sarà infatti necessario nella fase di transizione verso quello rinnovabile, per motivi economici e sociali. Imporre fin da subito l’utilizzo di idrogeno verde rischia solamente di ritardare e scoraggiare gli investimenti a causa di costi elevati non competitivi.
La domanda è un elemento fondamentale per palesare i settori di utilizzo dell’idrogeno e rendere giustificabile la costruzione di un sistema di incentivi alla produzione. Partire dalla domanda è un approccio che si è dimostrato vincente in tutti i nuovi settori di sviluppo, come ad esempio quello del biometano, in cui anche grazie all’introduzione di obblighi crescenti di utilizzo nel tempo si è riusciti a costruire un ecosistema che ha consentito uno sviluppo importante del biometano in Italia (e che sta tutt’ora proseguendo).
Non bisogna, infine, dimenticarsi di tutta la restante catena del valore, dai centri di riempimento agli utilizzatori, passando per la distribuzione. Trascurare anche solo un elemento della catena vuol dire rallentare lo sviluppo dell’intero comparto.
Così come è già stato fatto in molto paesi Europei, l’Italia oggi si sta finalmente dotando di una Strategia Nazionale, che possa tracciare un percorso di medio e lungo periodo tale da ottimizzare le misure di sviluppo del quadro di mercato, creare finanziamenti pubblici e di attrarre gli investimenti del settore privato.
Oltre a sensibilizzare le Autorità, occorre lavorare anche sul pubblico generalista affinché possa accettare l’introduzione dell’idrogeno senza percepirlo come un “pericolo”. L’idrogeno è infatti un elemento sicuro tanto quanto gli altri tipi di gas che usiamo ogni giorno in casa o nelle nostre attività economiche. Oltre 100 anni di storia, in assenza di incidenti significativi, dimostrano la possibilità di gestirlo in totale sicurezza. Occorrono ovviamente regole chiare e ragionevoli, che garantiscano gli elementi imprescindibili della sicurezza, evitando uno sviluppo incontrollato e sregolato, ma nello stesso tempo senza l’introduzione di vincoli ingiustificabili che ne precludano l’applicazione.
Le aziende del Gruppo Idrogeno Vettore Energetico (GIVE) di Assogastecnici producono e distribuiscono idrogeno in totale sicurezza da oltre un secolo. Hanno sviluppato un’elevata competenza che può essere messa a disposizione della comunità per aiutare a raggiungere quanto prima il pieno sviluppo di un’economia dell’idrogeno, portando notevoli benefici in termini di sviluppo economico e industriale e contribuendo al raggiungimento dei target ambientali e di sicurezza energetica. Produrre, stoccare, trasportare e utilizzare idrogeno sono tecnologie ampiamente consolidate. L’impiego in campo energetico è invece un mercato relativamente nuovo, che deve essere sviluppato e incentivato.