Assemblea Unem: transizione energetica “problema complesso”. No a “sbandamenti ideologici”

05 lug 2023
La transizione energetica è un “problema complesso, fluido e con una molteplicità di sbocchi”, che va affrontato senza “sbandamenti ideologici” per non “rischiare di danneggiare il nostro sistema produttivo”. È stato questo il tema al centro dell’Assemblea Unem, che si è svolta ieri a Roma.

“Gradualità - che non vuol dire prorogare o dilazionare - è la parola chiave per il raggiungimento di obiettivi accettati e condivi”, ha detto il neo presidente Unem Gianni Murano (v. notizia a parte), spiegando che abbiamo assistito a una iperproduzione normativa e regolatoria, di cui il pacchetto “Fit for 55” è solo l’ultima espressione che ha vietato, di fatto, i motori a combustione interna dal 2035, a meno di successive possibili deroghe”.

Tutto questo ha portato a rendere meno interessante per gli operatori investire sullo sviluppo delle fonti di energia tradizionali, che invece “si sono rivelate essenziali per affrontare la crisi”, in particolare il petrolio dal 2015 ad oggi ha visto dimezzarsi gli investimenti in nuova capacità, mettendo a rischio l’offerta futura e dunque la copertura della domanda. Anche gli investimenti nella raffinazione tradizionale, “capitali necessari”, nei prossimi anni sono destinati a diminuire, spiega Murano.

Dunque, “non esiste al momento la soluzione vincente per la transizione energetica, ma esistono più opportunità e più soluzioni. La transizione energetica si conferma ancora una volta un problema complesso, fluido e con una molteplicità di sbocchi”, laddove i “carburanti liquidi e low carbon fuels sono tra i pilastri della decarbonizzazione”.

Secondo le analisi dell’Unem già esistono prodotti, tra cui i biocarburanti avanzati e i recycled carbon fuels, che permetterebbero di ottenere un immediato abbattimento della CO2 su tutto il parco circolante e sul trasporto aereo e marittimo, garantendo soluzioni accessibili a tutti.

Su questo fronte Unem ha previsto 8-9 miliardi di euro di investimenti addizionali per la trasformazione dell’intera filiera, volti appunto a potenziare la nostra capacità produttiva sui biocarburanti avanzati e i recycled carbon fuels, per lo sviluppo dell’idrogeno verde e degli e-fuels, nonché per la gestione delle emissioni all’interno delle raffinerie e la realizzazione di impianti per la cattura, stoccaggio e utilizzo della CO2 (CCS, CCSU): “serve però una prospettiva che vada oltre il 2035”, “occorre pragmatismo e neutralità tecnologica, cosa che è mancata sinora”, ha sottolineato Murano.

All’Assemblea era presente anche il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che in sintonia con le parole di Murano, ha detto che “non possiamo per sbandamenti ideologici rischiare di danneggiare il nostro sistema produttivo”, spiegando che “nell'Ue ogni Stato rappresenta i propri interessi. L'Italia è grande produttore di biocarburante e quindi noi chiediamo di considerare il biocarburante come compatibile con il Fit for 55". Perché "oltre all'elettrico c'è un'evoluzione dei motori endotermici a eFuel e idrogeno. La decarbonizzazione è un obiettivo internazionale. Se il tema sono le emissioni e noi dobbiamo metterle al centro è un errore vincolare tutto all'elettrico", ha aggiunto il ministro.