Prezzo bollette gas, per ARERA e Pichetto l'andamento è stabile

13 gen 2025
Non è d'accordo Confcommercio, secondo cui gli attuali aumenti sono dovuti anche a speculazioni finanziarie: necessario intervenire per salvaguardare la già compromessa situazione nazionale. Articolo a cura di Daniela Marmugi.

Possibili aumenti di circa il 9-10% sulle bollette del gas delle famiglie italiane, ma l’andamento del prezzo è relativamente stabile: ad affermarlo è Stefano Besseghini, presidente di ARERA, in una recente intervista rilasciata a Rtl 102.5.

Il commento arriva in merito alla crescita del 2,5% sul mese precedente del prezzo di riferimento a 125,22 centesimi di euro per metro cubo registrata a dicembre scorso, variazione dovuta all’aumento dei prezzi all’ingrosso a seguito della previsione della chiusura della pipeline che attraversa l'Ucraina.

"Dopo essere cresciuto abbastanza siamo arrivati intorno ai 50 euro per megawattora. Adesso i prezzi sono un po' scesi per effetto dell'ultimo annuncio legato alla chiusura delle transazioni del trasporto del gas attraverso l'Ucraina. Quindi ci aspettiamo certamente una situazione delicata ma non delle crescite confrontabili con quelle che sperimentammo nel 2022 con dei prezzi ben oltre i 100 euro al megawattora o anche più”, ha rassicurato Besseghini.

Dello stesso avviso il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin che, nelle recenti dichiarazioni rilasciate a Rainews24 dopo l'interruzione delle forniture provenienti dalla Russia, si è detto convinto gli stoccaggi di gas a disposizione, pari a quasi il 78%, basteranno a coprire il fabbisogno del Paese.

"È chiaro che il tema rimane quello del prezzo, da marzo-aprile sarà importante avere un prezzo di carico che sia basso. Ma c'è un sistema di price-cap contro le operazioni puramente finanziarie", ha rassicurato il ministro.

A livello europeo, spiega Pichetto Fratin, si è inoltre creato un sistema di solidarietà che nell’ultimo anno ha permesso all’Austria di ricevere forniture dal nostro Paese. Nulla da temere, insomma, secondo il Ministro, che si dice comunque pronto a intervenire, eventualmente, qualora si verificassero situazioni di carattere puramente finanziario e non legate alla quantità del gas disponibile.

Non è però convinta Confcommercio, che in una nota ha affermato che gli attuali aumenti dei prezzi del gas sono dovuti non solo a fattori geopolitici, ma anche a speculazioni finanziarie, con una crescente integrazione tra i mercati energetici e quelli finanziari che amplifica la volatilità. “Altri fattori come la stagionalità delle forniture, con un inverno più rigido che aumenterebbe la domanda, e i limiti infrastrutturali, come l’entrata in funzione dei nuovi rigassificatori italiani solo dal 2026, potrebbero aggravare ulteriormente la situazione”, sottolinea l’organismo di rappresentanza.

I recenti aumenti del gas naturale, continua infatti la nota, rischiano di gravare in particolar modo sull’Italia, già alle prese con costi energetici superiori alla media europea: nel 2024, le imprese del nostro Paese hanno infatti visto aumentare la spesa media per energia del 35% rispetto al 2019.

In questo scenario, la Confederazione esorta a intervenire al più presto per supportare le imprese e mantenere la competitività del Paese di fronte a una possibile nuova crisi energetica: tre le misure prioritarie a livello europeo, ovvero fissare un tetto massimo al prezzo del gas tra 50 e 60 €/MWh, riformare il mercato dell’energia separando i prezzi dell’elettricità da quelli del gas e favorire gli acquisti congiunti di energia a livello europeo per ridurre la dipendenza dai mercati spot.

A livello nazionale, Confcommercio chiede una revisione degli oneri generali di sistema, che incidono per il 26% sulle bollette delle imprese del terziario, e propone incentivi per migliorare l’efficienza energetica e promuovere l’autoproduzione di energia rinnovabile su piccola scala, coinvolgendo anche il terziario nel Piano Transizione 5.0.

Articolo di Daniela Marmugi