Il tema è stato dibattuto nel corso di un incontro del Tavolo nazionale sull’argomento, promosso da Amici della Terra insieme a EDFE, Environmental Defense Fund Europe con tutti i soggetti italiani, pubblici e privati, maggiormente interessati al tema. Articolo di Monica Dall'Olio
In seguito al semaforo verde del Parlamento Europeo, il Consiglio Ue ha adottato il 27 maggio scorso il Regolamento sulla riduzione delle emissioni di metano nel settore dell'energia, che modifica il regolamento (UE) 2019/942.
Il provvedimento, parte del pacchetto Fit for 55 (finalizzato a conseguire la neutralità climatica nell'UE entro il 2050), entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'UE.
La Commissione europea, sotto l'egida della commissaria per l'Energia Kadri Simson, aveva presentato la proposta di regolamento nel dicembre 2021 e prevede di riesaminarne l'applicazione nel 2028, compreso il livello di riduzione delle emissioni conseguito.
Il regolamento introduce nuovi obblighi in materia di misurazione, comunicazione e verifica delle emissioni di metano nel settore dell'energia. Le misure di mitigazione, come il rilevamento e la riparazione delle fuoriuscite di metano e la limitazione del rilascio e della combustione in torcia, mirano a evitare le emissioni di metano. Gli strumenti di monitoraggio mondiale garantiranno la trasparenza in merito alle emissioni di metano derivanti dalle importazioni di petrolio, gas e carbone nell'UE.
L’evento del Tavolo italiano
L’argomento è stato dibattuto nel corso di un incontro del Tavolo nazionale sull’argomento, promosso dall’associazione ambientalista Amici della Terra insieme a EDFE, Environmental Defense Fund Europe con tutti i soggetti italiani, pubblici e privati, maggiormente interessati al tema, che si è svolto a Roma il 24 giugno.
Ricordiamo che dal 2021 la collaborazione tra Amici della Terra ed EDFE ha portato alla formazione di un tavolo di lavoro partecipato da tutti i principali stakeholder della filiera del gas naturale in Italia, il cui lavoro ha portato alla stesura del documento “Indirizzi per una Strategia italiana di riduzione delle emissioni di metano dalla filiera del gas naturale”, condiviso e sottoscritto da tutti i partecipanti del tavolo. Si tratta del primo caso in cui imprese, associazioni ed ONG ambientaliste sottoscrivono un impegno comune alla riduzione delle emissioni di metano fissando anche precisi obbiettivi qualitativi e quantitativi.
Dopo i saluti di Monica Tommasi, presidente Amici della Terra, moderati dall’esperto di tematiche energetiche Diego Gavagnin, sono intervenuti Raffaele Piria, Ecologic Institute Germany, che ha introdotto il nuovo regolamento; Alessia Clocchiatti, team leader methane international and fossil fuel phase out, DG Energy European Commission; Giulia Ferrini, programme officer presso l’IMEO (UNEP), Andrea Lo Presti, Arera; Antonio Caputo, Ispra; Stefano Cagnoli, direttore generale CIG; Tommaso Franci, responsabile energia Amici della Terra; Flavia Sollazzo, senior director for Energy Transition in the EU, EDFE; Marta Bucci, direttore generale Proxigas; Angelo Lo Nigro, task force Assorisorse emissioni di metano e Francesco Vitolo, settore energia Utilitalia. Ha chiuso i lavori Francesca Di Macco, Dipartimento Energia MASE, Ufficio affari UE.
L’Italia si prepara al recepimento: chiave governance
Proprio Di Macco durante il suo intervento ha confermato che il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica è già al lavoro per il recepimento.
Il nuovo Regolamento prevede infatti una serie di azioni preliminari a cura degli Stati nazionali. Innanzitutto il riconoscimento delle Autorità competenti, incaricate della sua attuazione, che contempla nuove tipologie di controllo delle infrastrutture del gas naturale (giacimenti, gasdotti, rigassificatori), la relativa reportistica e la comunicazione dei dati rilevati (non più solo stimati).
“Molto dovremo fare come stato membro – ha sottolineato - ma anche molto dovrà fare la commissione e molto anche gli organismi tecnici per la definizione degli standard.”
“Internamente è partito il dibattito su come fare fronte a tutti gli adempimenti che lo stato membro si troverà ad affrontare. E come stato membro il primo di questi adempimenti è proprio quello della definizione di una o più autorità competenti che dovranno svolgere le previste delicate mansioni di monitoraggio, di ispezione, di valutazione, di inventario e di sanzione. Alcune di queste autorità competenti potranno basarsi magari su attività assimilabili che già svolgono, altre saranno attività del tutto nuove.
Per il Dipartimento Energia una buona governance è il punto di partenza imprescindibile.
“Il primo messaggio di cui mi faccio portavoce è che stiamo per attivare delle consultazioni con i principali soggetti che potranno essere le future autorità competenti, con gli stakeholder, per individuare questo sistema di governance che possa sfruttare quindi le strutture già preesistenti e per individuare anche un ruolo di coordinamento da parte del ministero”.
Emissioni di metano e G7
La rappresentante del Ministero dell’Ambiente ha ricordato lo spazio dedicato proprio al tema emissioni di metano nell’Apulia G7 Leaders’ Communiqué, rimarcando il ruolo da protagonista internazionale dell’Italia per la riduzione delle emissioni di metano.
Nella parte dedicata a Energy, Climate and Environment, si legge infatti: “riconoscendo che la riduzione delle emissioni di metano dalle operazioni dei combustibili fossili mediante tecnologie già esistenti è ampiamente fattibile ed economicamente conveniente per le operazioni di petrolio e gas, intensificheremo gli sforzi per affrontare le emissioni di metano in linea con il livello di riduzione globale di almeno il 35% delle emissioni di metano entro il 2035. Ci impegniamo a perseguire uno sforzo collettivo verso una riduzione del 75% delle emissioni globali di metano dai combustibili fossili, anche riducendo l'intensità delle emissioni di metano delle operazioni di petrolio e gas entro il 2030, sviluppando una metodologia robusta e utilizzando dati di misurazione, e collaborando con i paesi produttori di petrolio e gas non appartenenti al G7, in particolare in Africa, per ottenere tagli significativi alle emissioni di metano.”
Anche il G7 Clima, Energia e Ambiente piemontese dello scorso aprile aveva inserito tra i propri impegni la riduzione delle emissioni di metano, più nello specifico "la riduzione del 75% al 2030 delle emissioni di gas metano dalle filiere dei carburanti fossili".
Il ruolo italiano, a partire dalla collaborazione offerta negli scorsi due anni per la scrittura del Regolamento, è stato sottolineato anche da Alessia Clocchiatti, team leader methane international and fossil fuels phase out della Commissione Europea. La rappresentante della DG Energia ha richiamato l’importanza dell’iniziativa europea sugli aspetti legati alla qualità ambientale del gas naturale importato, e di conseguenza sul rapporto con i paesi produttori, essendo l’Europa responsabile solo del 6% delle emissioni sul proprio territorio. Aspetti evidenziati anche da Giulia Ferrini, Programme officer dell’IMEO (International Methane Emissions Observatory), organismo ONU istituito dal G20 a presidenza italiana nel 2021.
Regolamento, conosciamolo meglio
Prima di tutto, norme più rigorose in materia di monitoraggio e comunicazione.
- I gestori dovranno misurare le emissioni di metano alla fonte e redigere relazioni di monitoraggio che saranno controllate da verificatori indipendenti accreditati.
- Gli Stati membri manterranno e terranno aggiornato un inventario di tutti i pozzi, come pure piani di mitigazione per i pozzi inattivi, allo scopo di prevenire i rischi ambientali e per la salute pubblica derivanti dalle emissioni di metano.
- Misureranno e monitoreranno inoltre le emissioni dalle miniere di carbone chiuse o abbandonate da meno di 70 anni, dal momento che il metano continua a essere rilasciato anche quando la produzione è interrotta.
- Le autorità nazionali effettueranno ispezioni periodiche per verificare e garantire la conformità dei gestori alle prescrizioni del regolamento, compresa l'adozione di misure correttive intese a darvi seguito.
L’importante ruolo della prevenzione e delle misure di mitigazione.
- In base alle nuove norme, i gestori dovranno rilevare e riparare le fuoriuscite di metano e dovranno effettuare indagini sulle fuoriuscite in diversi tipi di infrastrutture a intervalli prestabiliti.
- I gestori dovranno quindi riparare o sostituire tutti i componenti al di sopra di determinati livelli di fuoriuscita di metano immediatamente dopo il rilevamento e comunque entro cinque giorni dal rilevamento. Il termine fissato per una riparazione completa ai sensi delle nuove norme è di 30 giorni.
- Inoltre, il regolamento vieta il rilascio e la combustione in torcia del metano dalle stazioni di drenaggio entro il 2025 e dai pozzi di ventilazione entro il 2027, a meno che non sia strettamente necessario o in caso di emergenza o malfunzionamento.
E per le emissioni di metano al di fuori dell'UE?
- Saranno tracciate anche le emissioni di metano risultanti dalle importazioni di energia dell'UE.
- Le nuove norme introdurranno strumenti di monitoraggio mondiale per accrescere la trasparenza in merito alle emissioni di metano derivanti dalle importazioni di petrolio, gas e carbone nell'UE.
Rivedi l’evento (link)
Le autorità competenti – Tommaso Franci, Resp. Energia Amici della Terra
Monica Tommasi, presidente Amici della Terra: “Grazie al tavolo di lavoro che abbiamo coordinato si è favorita una partecipazione incisiva dell'Italia nel percorso legislativo europeo”.