La Rivista, edita da Agenda SRL, offre ai lettori un’opportunità in più di conoscere le soluzioni tecnologiche all’avanguardia e le policy italiane e internazionali nel campo sia energetico sia idrico
E' finalmente uscito il primo numero della nuova Rivista Watergas.it.
In ogni numero si possono trovare interventi e interviste a rappresentanti istituzionali e politici italiani ed europei, ai Gestori del Servizio Idrico, ai rappresentanti di Istituti di Ricerca di primo piano, alle associazioni di settore e dei consumatori, alle aziende e agli operatori, a esperti e professionisti nazionali ed internazionali.
Pubblicati anche approfondimenti, resoconti giornalistici su eventi, convegni e webinar, inchieste giornalistiche, dati, studi e analisi di settore, case study e best practice.
Tutto all’insegna dell’innovazione, la ricerca, la digitalizzazione e l’economia circolare.
Siccità: il ruolo delle acque reflue, della digitalizzazione e dell’informazione
La normativa, gli investimenti, i progetti e tutte le nuove tecnologie nel campo del trattamento e del riutilizzo delle acque reflue urbane. L’emergenza siccità, in particolare in Sicilia, con tutte le strategie istituzionali e le nuove partnership aziendali per migliorare il servizio idrico del Sud, ad oggi particolarmente frammentato e insufficiente. E poi ancora, il ruolo fondamentale del digitale e dell’Intelligenza Artificiale nella riduzione delle perdite, ruolo che anche grazie ai fondi del Pnrr, che hanno permesso maggiori investimenti, è diventato più centrale.
In questo primo numero del cartaceo Watergas.it, si affrontano in modo approfondito, con interviste e interventi di rappresentanti di associazioni, istituti ed esperti di primo piano, tutte queste tematiche cruciali per riuscire a modernizzare la rete idrica e affrontare i cambiamenti climatici in atto e gli eventi climatici sempre più estremi, tra alluvioni e siccità.
In particolare, abbiamo deciso di aprire il giornale sul tema degli impianti di depurazione delle acque reflue urbane. Perché come scrive nel suo intervento l’Istat, “possono rappresentare una fonte “non convenzionale” utile per integrare i volumi utilizzati per diverse finalità”, e contribuire a “ridurre il prelievo di risorsa primaria soprattutto nei periodi di scarsità idrica, sempre più frequenti a causa dei cambia- menti climatici in atto e del perdurare di storiche inefficienze di molte infrastrutture idriche”.
Scorrendo le pagine, interessante anche il dibattito che apre l’intervento di Anbi sul Piano Nazionale di Interventi Infrastrutturali e per la Sicurezza del Settore Idrico (PNIISSI): “Il Piano apre indubbiamente una pagina nuova, affermando un principio di programmazione sulla base delle esigenze espresse dai territori; il problema è che le necessarie risorse (circa 12 miliardi di euro per 418 interventi) non ci sono e dovranno essere reperite, nel corso degli anni, nelle more di bilanci non solo risicati, ma espressione di un Paese tanto capace in emergenza, quanto poco propenso ad investire in prevenzione idraulica”. Fondamentale in tutte le tematiche affrontate è il ruolo della digitalizzazione delle reti idriche, che riguarda “tutta la filiera, quindi ogni fase del ciclo dell’acqua, con benefici specifici differenti a seconda della fase del ciclo interessata”, spiega I-Com nel suo intervento, specificando tuttavia che “le applicazioni dell’IA possono aiutare, sebbene prima vada adeguatamente supportata, soprattutto al Sud, la mappatura”.
Concludiamo il capitolo “Idrico”, con un tema generalmente meno trattato, ma altrettanto importante, ossia il ruolo dell’informazione: “un argomento così vasto che, come tutti i grandi temi, è spesso circondato da confusione e notizie contrastanti, ma oggi più che mai merita una corretta informazione per garantire la salvaguardia di una risorsa così preziosa”, dice Anima Confindustria.
Trasporti, verso una transizione energetica “multidimensionale”
L’ultimo mese e mezzo è stato all’insegna delle assemblee associative di riferimento nel settore della mobilità. In tutte le giornate hanno risuonato le parole “neutralità tecnologica”, come un mantra.
Ognuna delle associazioni, per il settore e la fonte di pertinenza, ha ribadito che ogni vettore, nella propria specificità, può aiutare il percorso di transizione energetica. Oltre all’elettrico, sia i prodotti tradizionali decarbonizzati, grazie a processi di raffinazione sempre più sofisticati, sia i nuovi “green gas” possono contribuire all’indipendenza energetica e alla decarbonizzazione della mobilità e anche del settore industriale.
Così in questo primo numero della Rivista Watergas.it, per quel che riguarda la parte “Energia”, abbiamo raccolto, con interviste e approfondimenti, il punto di vista delle associazioni più rappresentative.
Nell’intervista di Matteo Cimenti, Presidente di Assogasliquidi-Federchimica, si sottolinea come per “abbattere decisamente le emissioni senza stravolgere l’economia dei paesi comunitari”, siano “indispensabili GPL e GNL, sempre più nelle loro declinazioni di prodotti bio rinnovabili”.
Dal canto suo Flavio Merigo, Presidente di Assogasmetano, evidenzia invece come il biometano rappresenti una “risorsa strategica” per il nostro Paese: potrebbe coprire, nel 2030, il 40% di tutto il fabbisogno energetico dell’intera mobilità nazionale.
E poi ancora: una transizione energetica realmente sostenibile ed efficace “non può prescindere dall’uso dei Low Carbon Fuels (LCF), sia liquidi che gassosi”, sottolinea nel suo intervento Sebastiano Gallitelli, Segretario Generale di Assopetroli-Assoenergia. Infatti questi combustibili, di origine biologi ca o sintetica, sono in grado di ridurre significativamente le emissioni di CO2 lungo l’intero ciclo di vita, arrivando a tagliare fino al 90% delle emissioni totali. Tra gli esempi più rilevanti di LCF troviamo l’HVO (Hydrotreated Vegetable Oil) e gli e-fuels.
Dunque, in tutti gli interventi viene ribadito che la transizione energetica “non può essere semplicistica o unidimensionale. Richiede un approccio equilibrato, obiettivi ambiziosi ma realistici, e soprattutto, una neutralità tecnologica che permetta di sfruttare tutte le soluzioni disponibili per massimizzare i benefici ambientali nel breve e lungo termine”, come sottolinea Mariarosa Baroni Presidente di NGV Italy.
Ma la trasformazione in senso green non riguarda solo le varie tipologie di vettore a disposizione ma anche la logistica e le infrastrutture. Ad esempio per decarbonizzare i trasporti marittimi, Assocostieri lavora per favorire la trasformazione dei porti in veri e propri hub energetici multi-commodity, in grado di offrire una pluralità di servizi, tra cui il cold-ironing, alle flotte del futuro che saranno alimentate da diversi combustibili, come spiega nell’intervista il Presidente Elio Ruggeri.
Non solo. Anche le raffinerie diventeranno “Energy Hub” dove potranno convivere le varie soluzione tecnologiche per generare fuels a bassa impronta carbonica, ma pure e-fuels, in un periodo di transi zione e convivenza con i fuels convenzionali, spiega Gianni Murano Presidente UNEM.
Non ci resta che augurarvi una buona lettura!
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