Troppa acqua o troppo poca: come rispondono le Regioni agli effetti del cambiamento climatico

19 dic 2024
Dai nubifragi al Centro-Nord alla siccità che ha colpito Sud, le iniziative messe in campo per la tutela e il riutilizzo della risorsa. Articolo di Daniela Marmugi

Da mesi, molte regioni italiane si trovano a fronteggiare una situazione climatica senza precedenti. L’Italia è uno dei Paesi più colpiti da eventi metereologici estremi, spesso in contrapposizione tra loro: dall’eccesso di acqua dovuto dalle piogge intense verificatesi al Centro-Nord, alla sua totale scarsità nel Meridione, alle prese con una drammatica siccità.

Da Nord a Sud, tutte le Regioni della Penisola si sono in vario modo mobilitate, a seconda del fenomeno presentatosi, per contrastare i sempre più devastanti effetti del cambiamento climatico. La situazione più drammatica è senz’altro quella insistente in Sicilia, dove è in corso da inizio anno il razionamento delle poche risorse idriche disponibili a causa delle scarse precipitazioni.

C’è da dire che a contribuire alla complessa situazione in cui versa il territorio non vi è soltanto la (seppur preoccupante) l'anomala variazione delle condizioni atmosferiche, ma anche l’inadeguatezza delle infrastrutture e delle misure preventive adottate nel corso degli anni.

Anche con il presentarsi di forti piogge, infatti, se in condizioni normali era sufficiente fare ricorso ai 29 invasi artificiali presenti sull’Isola, un tempo il principale strumento di emergenza per fronteggiare situazioni di scarsità idrica, persino questi risultano ormai vuoti o inutilizzabili. Oltre a precipitazioni diffuse e prolungate nel tempo, infatti, tali strutture necessitano di manutenzione straordinaria per essere riportati alla capacità originale. 

Altro problema connesso all’inadeguatezza degli impianti è quello delle perdite idriche, che accomuna tra l’altro tutta la Penisola: numerosi studi dimostrano infatti che la vetustà delle infrastrutture sia il motivo principale della dispersione di ingenti quantità di acqua che, con il rinnovamento delle reti, potrebbero essere salvaguardate.

Proprio per far fronte a queste problematiche, lo scorso maggio il Consiglio dei ministri ha dichiarato per il territorio lo stato di emergenza e previsto lo stanziamento dei primi 20 milioni di euro per l’attuazione di interventi dedicati. Attraverso vari bandi, la Regione ha messo a disposizione degli agricoltori siciliani strumenti utili a contrastare e prevenire i danni causati dalla siccità. Nello specifico, ha stanziato fondi per la realizzazione di nuovi laghetti, vasche di raccolta dell'acqua, pozzi e impianti di recupero delle acque reflue. 

Altra strada intrapresa è quella della dissalazione: ha infatti ricevuto il via libera dalla cabina di regia nazionale per l'emergenza idrica la riattivazione dei tre dissalatori di Porto Empedocle, Gela e Trapani, che consentirà di restituire al territorio impianti indispensabili per garantire in modo continuo adeguate forniture idriche.

La Sicilia non è però l’unica regione del Mezzogiorno a sperimentare le gravi conseguenze del cambiamento climatico. Negli scorsi mesi, in Basilicata sono stati disposte varie sospensioni all'erogazione idricacon l’obiettivo di risparmiare acqua negli invasi: grazie al razionamento, dal 9 al 30 settembre scorsi è stato possibile ottenere un risparmio pari al 25 per cento, prolungando così di circa 9 giorni la disponibilità dell’invaso.

Anche nelle regioni del Centro-Nord colpite dal maltempo si studiano metodi per contrastare l’emergenza idrica, raccogliendo e accumulando l'acqua piovana in eccesso da utilizzare nei periodi di scarsa disponibilità idrica.

La Lombardia, con il recente stanziamento 10 milioni di euro a favore delle infrastrutture irrigue dei consorzi di bonifica, punta al ripristino delle infrastrutture esistenti e alla manutenzione straordinaria degli invasi, compresi quelli per la raccolta di acque piovane e superficiali.

Parallelamente l'Emilia-Romagna, regione già vulnerabile a causa della sua morfologia e spesso soggetta a gravi alluvioni, ha sviluppato soluzioni di monitoraggio in tempo reale delle derivazioni idriche dai canali irrigui, come la costruzione di paratoie "intelligenti" attivabili attraverso il telecontrollo, per gestire gli sbarramenti e garantire la sicurezza idraulica dei territori.

Articolo di Daniela Marmugi